L’Italia non è più il primo consumatore di carne equina in Europa secondo i dati ufficiali. Non abbiamo più nemmeno l'odiato primato di ippofagi nel mondo. Molti altri paesi ci hanno superato, tra cui quelli asiatici.
Il numero di equidi macellati risulta in costante calo (vedere la tabella a fondo pagina, circa 84mila nel 2009 e 37mila nel 2019, quindi dati dimezzati, ma perchè?
3 possibili risposte:
- Ci sono sempre meno cavalli in Italia, e quindi sempre meno cavalli finiscono la carriera al macello.
- Per gli equini di ogni ordine e grado è obbligatorio il microchip e passaporto solo dal 2009, a seguito della Normativa Europea sull’anagrafe degli equidi (Legge n.200 del 1 agosto 2003 e successivamente regolamentata dai D.M. 5 maggio 2006 e 9 ottobre 2007 del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali), che obbliga da allora a mettere nel passaporto se l'equino è macellabile o meno, quindi il dato della macellazione ufficiale potrebbe essere in calo, perché da quella data è nato il fiorente business della macellazione abusiva. Prima del 2009 non era obbligatorio scegliere il destino del cavallo tra DPA e NON DPA. Il Non Dpa (non destinato alla produzione di alimenti) è irreversibile, e quindi da allora nasce il problema della tracciabilità dei cavalli a fine carriera. Potrebbe non essere casuale che la macellazione legale comincia a diminuire consistentemente proprio dal 2009.
- Gli italiani che possiedono cavalli se li tengono sempre più fino a morte naturale e, nel nostro paese, il cavallo sta diventando sempre più un animale - di fatto - da affezione.
Probabilmente la risposta giusta è una media delle 3.
VUOTI NORMATIVI ATTUALI PER UNA TUTELA DEL CAVALLO NON MACELLABILE FINO A MORTE NATURALE:
- Tracciabilità dei cavalli NON DPA a fine carriera
- Misure di coerenza con il destino ultimo per i cavalli registrati come NON DPA
- Risorse pubbliche per il ricollocamento dei cavalli NON DPA
L'ITALIA, IL DIVIETO DI MACELLAZIONE DEGLI EQUINI COME PROGETTO DI LEGGE, e il nodo delle risorse e dell'eutanasia
La mancanza sistematica di fondi anche solo per affrontare il tema di equili di stato, unita ad un cattolicesimo acritico che preferisce la macellazione, ancorché abusiva, all'eutanasia opportunistica, rendono impossibile in Italia un percorso costruttivo di riforma strutturale. Benché la maggior parte degli italiani (il 51,9 % secondo le ultime stime su questo tema fornite da Eurispes), sia favorevole al riconoscimento degli equini come animali d'affezione, le lobby economiche contrarie sono molto forti e di contro le misure possibili per arginare la piaga degli abbandoni opportunistici (quando l'equino non serve più) poche.
In questa situazione, nonostante i molteplici tentativi di raccolte di firme, e la presentazione scontata, all'insediamento di ogni nuova legislatura, di progetti di legge ad hoc, non si stanno facendo grossi passi avanti per arrivare alla calendarizzazione della discussione in aula parlamentare per il divieto di macellazione dei cavalli o di una parte di essi.
Secondo Eurogroup for Animals, la lobby che racchiude le più potenti associazioni animaliste europee, affrontare la tracciabilità degli equini non macellabili a fine carriera in modo strutturale, non può esimersi dal:
- trovare risorse pubbliche per il ricollocamento
- affrontare razionalmente il dibattito sull'eutanasia come opzione legittima per cavalli che non hanno più una dignità di vita
Come che sia, la strada è ancora in salita per implementare le misure di coerenza con il destino ultimo, sia in Italia, sia nel resto d'Europa.
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NUMERO DI EQUINI MACELLATI IN ITALIA (ci sono differenze tra i dati riportati da ISTAT e BDN, i dati riportati qui sono ISTAT fino al 2015 e BDN per le annate successive)
2005 137.644
2006 167.139
2007 99.971
2008 99.091
2009 84.846
2010 67.005
2011 62.237
2012 72.387
2013 55.612
2014 48.550
2015 49.350
2016 50.123
2017 46.053
2018 41.056
2019 37.313