Non c'è il lieto fine che avremmo voluto per la mandria dei 174 equini e bovini del sequestro biellese. Questione di qualche giorno  e i 101 bovini pascolanti all’Alpe Peccia, più i 73 equini in alpeggio nel comune di Valle San Nicolao torneranno al loro proprietario, o meglio andranno a coloro a cui lui li ha venduti, per gli scopi per i quali erano stati allevati (si trattava di un allevamento da carne) a seguito del dissequestro operato dal Tribunale del Riesame di Biella. 

Indiscrezioni più che accreditate danno gli animali per venduti o in corso di vendita, visto che non possono tornare nella stalla dell'allevatore, dichiarata nel frattempo inagibile dalla ATS veterinaria di Novara.

Il Gip nelle scorse settimane aveva dissequestrato la mandria che era così tornata sotto la responsabilità oggettiva del legittimo proprietario. Ma il margaro, che già faticava a occuparsene prima, li sta vendendo a colleghi.

Horse Angels: "Unica nota positiva è che questo personaggio vada in pensione e smetta di allevare, viste le condizioni in cui erano gli animali a Suno. Ancora meglio sarebbe stato se la ATS veterinaria competente per territorio, che ha il dovere di vigilanza sugli allevamenti da carne, gli avesse staccato la spina da quando ha cominciato a non tenere più gli animali in benessere, senza aspettare le denunce degli animalisti per dichiarare la stalla inagibile".

Usciti dalla stalla degli orrori, gli animali da fine luglio pascolavano sui colli di Pettinengo, circa abbandonati a se stessi (dove la Forestale di Pray li aveva sequestrati in data 18 agosto per ipotesi di abbandono e maltrattamento) e dove qualche soggetto più fragile era morto ma, nel complesso, mangiando l'erba si erano in parte ripresi rispetto alla situazione a Suno (NO), dove erano prima di essere portati in alpeggio e che aveva assunto il nome sui media di "inferno alle porte di casa", per dare l'idea della mancanza di benessere che caratterizzava la vita degli animali in stalla. Un paio di settimane fa il Tribunale del Riesame li aveva dissequestrati, da cui l'epilogo della demonticazione e vendita della mandria.

Una situazione complessa, per la quale ora la procura di Novara dovrà decidere se ci sono responsabilità penali.

Le associazioni animaliste avevano chiesto un secondo sequestro e trovato un paio di stalle in cui gli animali sarebbero potuti essere accolti. Quasi una cinquantina di animali aveva già trovato sulla carta casa con la qualifica di "pets" che li avrebbe tolti, in caso di confisca, dal triste destino di finire a carne.

Ma l'impegno offerto dalle associazioni non è bastato alle istituzioni, che comunque avrebbero dovuto affrontare delle spese, nel risequestro, trasporto, stabulazione e mantenimento degli animali se li avessero risequestrati sul presupposto, attestato dalla forestale, dalla ATS di Biella e dalle associazioni animaliste intervenute, che i reati perduravano anche in alpeggio.

Le istituzioni hanno scelto la via d'uscita a costo inferiore per l'erario (che lascia gli animali privi di tutele): lasciare che vada in porto la restituzione al proprietario, benché lui non possa occuparsene e dunque li stia vendendo a terzi per sgravarsene del mantenimento e recuperare le spese, quelle che comunque dovranno essere affrontate, e per le contravvenzioni e per le spese legali della difesa.

Ora l'ultima chance di avere giustizia è nel penale. Horse Angels è difesa dall'Avv. Annalisa Gasparre del Foro di Pavia e cercherà di seguire il fascicolo perché la condanna, almeno quella, sia congrua ai patimenti subiti dagli animali.

Leggi anche

Inferno alle porte di casa, il tribunale restituisce gli animali all'indagato