Vesuvio Gar, un trottatore classe 2014, non ha superato l'antidoping all'ippodromo di San Giovanni Teatino, in Abruzzo, lo scorso ottobre 2018 per il premio Gerhilde. Era stato trovato positivo ai metaboliti della cocaina in prime analisi almeno.
La giustizia sportiva è stata tenue per questo reato, un mese di sospensione al cavallo, di proprietà di una scuderia del napoletano.
Horse Angels si era rivolta alla Procura della Repubblica di Chieti, denuncia contro ignoti, affinché fosse reinviato a giudizio per questa positività alla cocaina del cavallo chiunque fosse ritenuto responsabile per i reati connessi, potenzialmente due: frode sportiva e maltrattamento, ci è stata notificata oggi l'archiviazione delle indagini per frode sportiva in base all'infondatezza della notizia.
E' con grave dispiacere che apprendiamo dunque due cose.
- Primo, l'archiviazione per il reato di frode in competizione sportiva in base all'art.1 della legge 401/89 per un proprietario napoletano di cavalli da trotto e un driver connesso alla sua scuderia. Archiviazione basata sull'infondatezza della notizia di reato visto l'art. 408 co II° c.p.p. Noi avevamo trovato il cavallo positivo sul sito del Mipaaf. Dunque, se il sito del Mipaaf riporta notizie infondate, questo è grave. Screenshot dal sito Mipaaf
Nome Ippodromo
Data prelievoSostanza rilevata Data pubblicazione Periodo sospensione Seconda analisi Note VESUVIO GAR (TROTT. 2014) SAN GIOVANNI TEATINO T - 16/10/2018 BENZOILECGONINA E ECGONINA METILESTERE 19/11/2018 Dal: 20/11/2018
Al: 19/12/2018
- Secondo, che probabilmente il reato di maltrattamento, afferente alle legge 189/04, non è stato neppure preso in considerazione. L'archiviazione non cita la legge infatti.
Ricordando che, per la normativa italiana, il doping configura - oltra alla frode sportiva - in ipotesi il reato di maltrattamento. In base alla legge citata, "maltrattatore" è chiunque somministra agli animali sostanze vietate o stupefacenti, ovvero sottopone l'animale a trattamenti che procurano un danno alla sua salute. Il reato è punito con la reclusione da 3 a 18 mesi, o con la multa da 5.000 a 30mila €.