Non voler capire, significa non voler risolvere
I cavalli raggiungono la loro massima felicità se hanno l'occasione di stare all'aperto e magari anche pascolare.
Ci sono una serie di motivi per cui il cavallo dovrebbe stare fuori quanto più è possibile, specialmente con il bel tempo. E' veramente importante per la sua salute. Ci possono essere circostanze in cui il confino in stalla è necessario ma, per la maggior parte dei cavalli, una sana vita all'aria aperta, per gran parte della giornata, rappresenta l'opzione migliore. Ecco perché.
La circolazione del sangue è essenziale per la salute degli zoccoli e viene compromessa se i cavalli sono costretti a stare in piedi per lungo tempo, con scarso movimento, in stalle umide dove possono sviluppare artriti/artrosi precoci. In piedi, costretti a soggiornare nel proprio nel letame e urine, quando la stalla non è pulita con frequenza giornaliera e la lettiera non adeguata, possono determinarsi problemi di marciume al fettone o tarlo allo zoccolo, che altro non sono che patologie infettive dovute alla scarsa igiene, ovvero all'ambiente non sufficientemente salubre. La crescita dello zoccolo, e la sua robustezza, possono essere compromessi quando i piedi permangono nello sporco umido per anni.
Il massimo beneficio per la circolazione sanguigna periferica del cavallo si ha con le camminate lente, ripetendo poi il movimento che il cavallo farebbe in natura: pascolare fino a 17 ore al giorno, che significa muoversi poco ma in modo continuo. Il box non solo non consente di emulare il comportamento in natura, ma spesso è sottodimensionato, tale da non consentire neppure al cavallo di stendersi e rialzarsi in sicurezza.
Il cavallo eccessivamente scuderizzato soffre di noia e depressione, tanto da sviluppare i cosiddetti vizi di stalla; ballo dell'orso, ticchio d'appoggio, ad esempio. L'eccesso di stabulazione, in ambienti scarsamente aerati e igienizzati, insieme a un’alimentazione polverosa, favoriscono le patologie a carico dell'apparato respiratorio. Chiaramente se il cavallo sta molto tempo all’aperto esala meno polveri e ammoniaca (quest’ultima deriva dalla decomposizione della lettiera sporca in ambiente chiuso, che fermenta).
I box singoli e una scarsa affluenza ai recinti di socializzazione non sono in linea con l'etologia del cavallo, che è un animale da branco e ha bisogno di continuo contatto, sia visivo sia tattile, con suoi simili, altrimenti possono manifestarsi tutta una serie di psicopatologie e squilibri da stress: da un comportamento aggressivo generato dalla noia, a resistenze di vario tipo che altro non sono che autodifese da gestione non etologicamente corretta (il cavallo non ha la parola, ma segnala il suo disagio manifestandolo con nervosismo e irritabilità). I cavalli che hanno una gestione più rispettosa delle loro esigenze sono normalmente più rilassati e disponibili.
Infine, i cavalli che vivono fuori tendono ad avere un minor numero di episodi di coliche rispetto a quelli che vivono solo in box, come dimostra anche uno studio condotto da Kelly Yarnell, esperta in benessere equidi dell’Università di Trent-Nottingham. Le difficoltà digestive discenderebbero da una minore motilità dell’intestino, con conseguente possibilità di stipsi. La colica però può essere determinata anche da fattori di stress che notoriamente, nel cavallo come nell’umano, possono complicare la digestione.
Le condizioni metereologiche o il tipo di disciplina equestre praticata, piuttosto che l’impossibilità di reperire in zona un maneggio costruito secondo i dettami contemporanei sul benessere del cavallo, possono costringere alla scuderizzazione eccessiva. Nel caso, il proprietario si ritrova con una discreta responsabilità di movimentazione e socializzazione che pesano sulle sue spalle, piuttosto che su qualcuno pagato per occuparsene. Questo se al proprietario la felicità del cavallo interessa.