Il movimento del cavallo scalzo indica una scuola di pensiero, relativamente recente, nata negli Stati Uniti e poi diffusa nel mondo occidentale, basata su un nuovo (o "molto vecchio") punto di vista sulla cura e sulla gestione del cavallo domestico.

Origini del movimento

Nasce a seguito della diffusione delle idee di Jaime Jackson, maniscalco statunitense, elaborate dopo alcuni anni di osservazione della vita del cavallo selvatico (chiamato mustang) delle praterie americane in libertà, nel suo ambiente naturale, e della conformazione degli zoccoli degli esemplari catturati nel corso del programma per il contenimento della loro popolazione, a cura del BLM, durante gli anni ottanta.

Sulla base di quelle osservazioni, Jackson cominciò a sperimentare un nuovo stile di gestione del cavallo domestico, basato sulla naturalizzazione delle condizioni di vita e della dieta e su un pareggio dello zoccolo a sostituzione della ferratura, che prendeva a modello la conformazione dello zoccolo del cavallo selvatico.

I ferri di cavallo, infatti, sono stati inventati durante il Medio Evo in Europa per proteggere e rendere utilizzabili dei cavalli i cui zoccoli si erano indeboliti dall'impossibilità di muoversi liberamente a causa della stabulazione forzosa.

Prima di allora, non sembra che i cavalli domestici, compresi quelli usati dalle cavallerie greche, babilonesi, egiziane ecc., fossero ferrati.

A riprova che il cavallo scalzo, ma domato, non è una nuova scoperta, ma semmai una rivalorizzazione, occorre pensare che i cavalli attualmente utilizzati dai popoli di cavalli, si pensi ai cavalieri Mongoli o ai gauchos Argentini, vivono liberi, sono addomesticati, impiegati per lavoro, e tuttora sferrati in base alla tradizione che tali persone di cavalli perseguono.

Dopo alcuni anni di esperimenti Jackson, incoraggiato dai risultati ottenuti, abbandonò definitivamente la pratica della ferratura e quindi la propria qualifica professionale di maniscalco.

Convertito alla tutela del cavallo, per la nuova attività professionale che praticava creò il termine di "Natural hoof care practitioner", praticante della cura naturale dello zoccolo.

Il movimento del cavallo scalzo da allora (fine anni '90) si è diffuso mediante la comunicazione web e il passaparola fra proprietari di cavalli, trovando seguito in Europa, Australia e Sudafrica.

Diffusione in Italia

A causa della natura informale del movimento, non vi sono dati esatti sulla sua diffusione nelle comunità equestri dei vari paesi.

In Italia i l'associazione di riferimento è la BHI (Barefoot Horse Italia) che fa riferimento alle linee guida di Pete Ramey e della sua AHA - American Hoof Association.

L'uso del cavallo scalzo si è diffuso inizialmente nell'equitazione escursionistica di campagna, e molti proprietari hanno imparato a pareggiare da soli i loro cavalli, poiché il pareggio dev'essere rinnovato anche ogni due - tre settimane in alcuni contesti. Man mano che i vantaggi sulla salute e sulla deambulazione sono diventati evidenti nei cavalli che avevano completato il periodo di transizione, i cavalli sferrati hanno cominciato ad essere utilizzati in campo agonistico da alcuni attivisti del movimento, anche con ottimi piazzamenti attribuibili al miglioramento della resistenza di cui gode il cavallo scalzo.

Alcuni maneggi/proprietari sono passati al cavallo sferrato sia per risparmio, sia per convinzione che fosse la cosa giusta anche per i cavalli.

Nel corso degli anni il movimento è cambiato e si è diffusa sempre più la percezione che quella del cavallo scalzo fosse una filosofia di vita, visto che non basta sferrare il cavallo per ottenere i risultati desiderati, occorre tutto un contorno di gestione naturale, alimentazione naturale e via dicendo.

Gli obiettivi

  • un miglioramento della salute generale, della vigoria e della longevità del cavallo
  • un miglioramento dello stato di salute degli zoccoli e delle strutture interne del piede, tale da consentire al cavallo di muoversi senza disagio, a qualsiasi andatura, su ogni tipo di terreno
  • una riattivazione dei meccanismi naturali di guarigione delle malattie e dei traumi ai piedi

Punti a sostegno

  • i cavalli selvatici se la cavano benissimo senza scarpe e i loro piedi sono per lo più esenti dalle patologie che affliggono i cavalli scuderizzati
  • le patologie che affliggono molti cavalli domestici, con particolare riferimento a laminite, navicolite, tarlo, sono più facilmente superate dai cavalli selvatici che hanno il piede libero
  • l'artificializzazione della gestione del cavallo (stabulazione) e la pratica della ferratura sono relativamente recenti (Medioevo). Prima di allora, il cavallo era stato allevato all'aperto e utilizzato scalzo con ottimi risultati (dimostrati, ad esempio, dalle imprese delle antiche cavallerie macedoni, greche, romane ecc)
  • alcune popolazioni, note per la loro altissima "cultura del cavallo" , come i Mongoli, tuttora non applicano la ferratura, né la stabulazione

Il metodo da applicare per aderire alla scuola di pensiero

  • la naturalizzazione delle condizioni di vita del cavallo
  • l'eliminazione della stabulazione fin dal momento della nascita
  • il mantenimento dei cavalli all'aperto, in ampi spazi con terreno variato, comprendente zone dure e punti di abbeverata naturali o simili ai naturali
  • l'eliminazione completa o quasi completa dell'alimentazione con cereali, e l'adozione di una dieta basata su fieno secco a volontà, e sul pascolo in aree naturalizzate
  • la revisione delle pratiche di grooming (ad esempio non tosare i cavalli e non utilizzare coperte artificiali al posto del mantello naturale)
  • l'eliminazione della pratica della ferratura
  • l'esecuzione di un pareggio naturale a intervalli regolari
  • l'adozione di un programma di lavoro che assicuri al cavallo un adeguato movimento quotidiano, anche con libero sgambamento

Punti deboli alla diffusione ulteriore

  • la mancanza di dati scientifici pubblicati e verificabili sulle patologie equine guarite
  • la difficoltà di verificare la preparazione professionale di chi si propone come "pareggiatore naturale" (ma questo è identico per i maniscalchi che ferrano, non esistendo la figura del maniscalco professionale con obbligatorietà di diploma riconosciuto da un ordine, almeno in Italia)
  • l'impossibilità di reperire maneggi con ampi spazi per la gestione naturale, almeno nelle città
  • la limitatezza quantitativa delle persone che mettono il benessere del cavallo al di sopra della disciplina sportiva che praticano
  • l'opposizione ideologica di chi sente il movimento come minaccia economica al proprio modo di vedere il cavallo

Legami con altri movimenti e teorie

L'affermazione dell'ecologia e dell'etologia come scienze autonome, l'aumento della sensibilità alla tutela animale e ambientale, la percezione che gli animali sono "depositari di diritti" in proprio, in particolare il riconoscimento che le 5 libertà (tra cui la libertà di movimento) sono diritti imprescendibili di ogni creatura senziente accumunano i seguaci del cavallo sferrato al mondo animalista preso nel suo insieme.

Il movimento del cavallo scalzo origina da questo contesto animalista e ha relazioni con i Movimenti per i diritti animali, con la doma gentile (coloro che promuovono l'educazione positiva contro l'addestramento coercitivo), con il movimento Bitless (quelli che promuovono la monta senza ferri in bocca), con il Clicker training, con il Balanced riding e l'uso delle selle Treeless (selle senza arcione, per il benefit maggiore del cavallo e non del cavaliere), con l'applicazione di principi di Medicina alternativa e olistica per il cavallo e via dicendo. Ovvero con tutto ciò che è nato e che si diffonde con lo scopo di maggiorare la tutela e prolungare la vita al cavallo.

Conclusioni

Non è detto che ogni cavallo possa vivere meglio sferrato, dipende dal cavallo, da come è gestito, da cosa gli si chiede di fare, dal contesto in cui vive e dalle patologie di cui soffre. Ma sicuramente si può riconoscere al movimento del cavallo scalzo di diffondere una filosofia in cui è necessario mettere il benessere e la vita del cavallo sopra la disciplina perché ciò che il movimento predica non è la massimizzazione dei profitti intorno al cavallo, ma del rispetto di come madre natura ha fatto l'animale come fonte ed esempio di come il cavallo debba vivere ed essere trattato.

Bibliografia sul cavallo scalzo

The Natural Horse, J. Jackson, Star Ridge Company
Horse Owners Guide to Natural Hoof Care, J. Jackson, Star Ridge Company
Founder: Prevention & Cure the Natural Way, J.Jackson, Star Ridge Company
Guide to Booting Horses for Hoof Care Professionals, J. Jackson, Star Ridge Company
Care and rehabilitation of the Equine Foot, P.Ramey, Hoofrehab