Può un umano vivere di solo amore?
Gli equini sono erbivori pascolanti in natura. Tra di essi, i "rustici", possono agevolmente nutrirsi solo d’erba, se ce ne è a sufficienza.
Laddove razze più delicate, allevate appositamente dall'uomo per impieghi specifici di tipo agonistico, potrebbero necessitare di integrazione, anche avendo molta erba a disposizione ove pascolare, se devono anche lavorare.
Gli equini rustici hanno denti adatti alla masticazione di fibre vegetali grossolane e un sistema digestivo calibrato per estrarre in modo efficiente nutrienti ed energia dalle essenze erbose mangiate, anche su un pascolo minimale.
Altri cavalli, hanno esigenze nutrizionali più complesse, specialmente se devono dare un rendimento sportivo, e per loro un pascolo povero, minimalista, potrebbe non bastare ad apportare tutti i nutrienti necessari per una massa muscolare vigorosa e tonica.
Quindi:
a) dipende dal tipo di cavallo di cui si dispone e dal lavoro che gli si chiede
b) dipende dal tipo di pascolo (metratura disponibile per cavallo) e dalla sua localizzazione (le conzioni climatiche che incidono su quanta erba ci sia a disposizione)
Tipologia: pascolo insufficiente
In un pascolo di qualità i cavalli dovrebbero essere in grado di ottenere tutti i nutrienti di cui hanno bisogno. Purtroppo, sono ben pochi i proprietari di cavalli in grado di fornire ai loro animali un pascolo di qualità.
Il sovrasfruttamento del suolo, causato da sovraffollamento di equini, la siccità o al suo opposto il congelamento (mali stagionali), la cattiva gestione, il suolo povero, sono tutti fattori che influiscono negativamente sulla qualità dell'erba e quindi sulla possibilità per i cavalli di nutrirsi di solo pascolo, quando questo è delimitato, ovvero cintato tale da impedire ai cavalli di migrare in cerca di pascoli migliori, come farebbero in natura in condizioni avverse.
Alcune di queste condizioni avverse possono essere compensate migliorando la gestione del pascolo, ad esempio con un sistema di rotazione dei cavalli nei recinti e di aerazione e risemina sui prati impoveriti. La terra compattata per l'eccesso di calpestio di cavalli, non fa infatti drenare l'acqua e impedisce il radicamento di nuove essenze erbose seminate. Con una buona cura del suolo si otterrà:
più drenaggio dell'acqua, quindi più ossigeno e nutrienti
migliore sviluppo delle radici
come risultato finale: un pascolo più sano e più rigoglioso
Ma anche con le migliori cure, se il terreno è poco per numero di cavalli che vi stabulano, ci sarà bisogno di integrazione almeno di fieno per una parte dell'anno. Quando integrare. La questione è semplice, basta osservare le condizioni dei cavalli e intervenire quando l'erba cala, alle prime avvisaglie di perdita di peso degli equini.
Il sovraffollamento è un problema abituale negli allevamenti d'equini. Per evitare di ritrovarsi con un terreno arido dove crescono solo erbacce, occorre limitare il numero di cavalli per pascolo. La rotazione dei cavalli in recinti delimitati è una delle misure di razionamento che permette il recupero dei fondi impoveriti dall'eccesso di pascolo e la loro risemina.
I cavalli, a differenza di altri animali pascolanti, riducono l'erba fino al livello del suolo. In condizioni calde e secche, l'erba può bruciare e asciugarsi prima che abbia la possibilità di ricrescere. Molti cavalli, tenuti su un terreno sottodimensionato rispetto alle esigenze del branco, porteranno inevitabilmente, e in tempi rapidi, a un terreno compattato, dove sarà difficile che cresca erba buona. A quel punto, anche se in determinate stagioni potrà sembrare che ci sia erba, essendo quel terreno depauperato da minerali o altri nutrienti, tali fusti erbosi presenteranno un deficit nel valore nutrizionale per i cavalli.
Tipologia: pascolo eccessivamente ricco
Al contrario, può esserci il problema di cavalli scuderizzati e improvvisamente, in primavera, lasciati liberi su pascoli folti, ricchi, dove altro bestiame non ha pascolato dalla primavera precedente. L'improvviso eccesso di erba fresca, magari ricca di fruttani, è problematico e può dare coliche e laminiti. Soprattutto pony e asini sono soggetti a laminiti da pascolo eccessivamente ricco di fruttani.
Ma anche cavalli non abituati, che mangiano normalmente fieno, necessitano di adattamento prima di essere liberati notte giorno su pascoli primaverili rigogliosi.
Se finalmente è primavera e si vuole evitare di comperare il fieno, avendo del pascolo a disposizione, ma questo rappresenta un pericolo per la salute degli equini, si può delimitarlo in recinti provvisori ottenuti con l'impiego di fetuccia, oppure consentire ai cavalli un accesso limitato ai predetti pascoli per poche ore al giorno, fino a completo abituamento degli animali, o alla crescita dello stelo delle erbe (l'erba tanto più è matura tanto meno è ricca di fruttani), di modo che le essenze erbose non siano nel pieno della loro fertilità.
Conclusioni
Il pascolo in natura è l'alimento ideale per i cavalli, anzi, l'unico nutrimento. Per i cavalli allevati dall'uomo è una risorsa importante. Data la variabilità del metabolismo e delle esigenze individuali dei cavalli, e data la differenziazione in potere nutrizionale dei pascoli, poterne disporre è un valore importante per il benessere psicofisico dei cavalli, ma comunque questi vanno sorvegliati per comprendere se va tutto bene, o occorre intervenire per limitare o all'opposto integrare.