Nell’Unione Europea molti animali "mangiati" vengono ancora allevati in gabbie restrittive: galline, scrofe, conigli, quaglie, anatre soffrono ancora dell'allevamento intensivo. L’Italia non è un paese rispettoso delle 5 libertà, tra cui quella del movimento, che sono i diritti fondamentali degli esseri viventi per il loro benessere. Si trova infatti al 17esimo posto in Europa per il rispetto della libertà di movimento degli animali allevati per le carni. Sono infatti secondo le stime oltre 300 milioni di animali allevati ancora in gabbia ogni anno in UE, oltre 45 milioni sono in Italia.

Sul podio del rispetto della libertà di movimento ci sono Austria e Lussemburgo, seguite da Svezia e Germania. Il nostro paese non si distingue dunque per il rispetto animale.

Qualcosa cambierà. La Commissione UE ha annunciato nel 2021 un impegno storico a vietare le gabbie per gli animali d'allevamento entro il 2027, recependo la richiesta di un lavoro di una coalizione di 170 ONG di tutta Europa, di cui 21 italiane, per la protezione animale.

Non tutte le regioni in Italia sono però sullo stesso piano di maltrattamento animale attualmente.

L'Emilia Romagna, infatti, ha deciso di anticipare i tempi rispetto alle direttive UE, allineandosi con i paesi già virtuosi e vietando entro la fine del 2023 le gabbie negli allevamenti intensivi e dicendo stop al sovraffollamento. L’importante traguardo è stato raggiunto nel 2021, quando il Consiglio regionale ha approvato la mozione all’unanimità per iniziare un percorso per tutelare gli animali e nel contempo i consumatori nell'ottica di una sola salute per tutti.

E' di questi giorni la notizia che la Campania ha deciso di seguire l'esempio dell'Emilia Romagna, vietando anch'essa l'utilizzo dell'allevamento intensivo a partire dal 2023.

Il rivoluzionario passo compiuto dal Consiglio campano è in linea l’iniziativa “End the Cage Age”, la campagna europea che ha raccolto 1,4 milioni di firme per chiedere alla Commissione europea la fine della crudeltà delle gabbie.

Speriamo che anche altre regioni decidano di diventare virtuose, per il bene degli animali, ma anche dell'umanità intera.