Una discriminazione da superare è quella che considera l'amore per gli animali un sentimento inferiore rispetto all'amore per umani. L'amore è sempre amore, e non può essere soggetto a discriminazioni.
L'amore è una delle motivazioni più importanti negli esseri viventi. In biologia l'amore è una potente condizione neurologica come la fame e la sete, quindi un bisogno fondamentale, non accessorio.
Il sentimento di amore che si può nutrire verso l'altro, che sia conspecifico o aspecifico, aiuta il cervello a rilasciare una serie importante di sostanze chimiche come: dopamina, norepinefrina, feromoni, ossitocina, vasopressina e serotonina.
L'amore produce nei confronti di chi si ama tre elementi fondamentali: desiderio di cura, attaccamento e necessità di intimità. In primo luogo, la cura è quando qualcuno apprezza la felicità e i bisogni dell'altro tanto quanto i propri. Mentre l'attaccamento è il bisogno di una creatura di ricevere cure, sentimenti, approvazione e contatto fisico con l'essere amato e l'ultima, intimità, si riferisce alla condivisione di pensieri ed esperienze con l'altro.
Non esiste solo l'amore romantico, l'amore è anche quello che si prova per genitori, figli, persino per gli ideali e le missioni, le attività, il lavoro, qualsiasi cosa provochi attaccamento e devozione, inclusi gli animali.
In qualsiasi situazione sia inserito, l'amore provoca un forte impegno per la crescita e lo sviluppo. Questo è il motivo per cui è un sentimento potente e non andrebbe mai sottovalutato o sottostimato, in base a chi o cosa sia indirizzato.
L'amore non ha etichette, razza, religione, limiti di età, sesso, salute o condizioni economiche. E non ha limiti di specie.
L'amore e la vulnerabilità al dolore sono strettamente legati insieme. In effetti, è difficile immaginare l'uno senza l'altro. Ed è indubbio che gli animali possano provare dolore, e dunque amare. Quindi quello che è il caso di chiedersi è perché le società dovrebbero discriminare in base a chi si ama, dando cariche di valore diverso in base al destinatario dell'amore.
Qualche specista potrebbe, naturalmente, sentenziare che la nostra società ha bisogno di una narrazione dell'amore che sia direttamente legata al concetto di personalità e che escluda automaticamente le non-persone.
La teoria antispecista, invece, è meno esigente dal punto di visto dei requisiti cognitivi dell'amore. Si può stabilire un sentimento profondo di devozione, profondità di connessione, empatia e compassione, con capacità di reciprocità, anche con non-persone, che significa che non vi è alcun motivo speciale per considerare gli animali come destinatari inadeguati dell'amore o (più energicamente) per considerare le persone come invariabilmente i veri oggetti dell'amore.
E questo rimane il caso anche se tracciamo una forte connessione tra l'essere amabili e avere la capacità di reciprocità. Non si vuole negare le peculiarità, le stranezze e le vulnerabilità distintive che sono normalmente coinvolte nel nostro amore per altri umani, ma nulla toglie che ci siano peculiarità, stranezze e vulnerabilità distintive anche nell'amore tra animali e persone.
Ed è questa ultima forma di amore che andrebbe dignificata maggiormente nella nostra società, perché sia riconosciuta come risposta a un bisogno fondamentale degli esseri viventi e adeguatamente tutelata perché fomento di crescita e sviluppo personali e comunitari.