Raccolte già 83mila firme (link) contro l'apertura di un cinodromo a Maserada per le corse dei levrieri. Stupisce il silenzio del Governo, che dovrebbe vietare l'impiego dei cani per le corse e annunciare battaglia legale sui criteri di fattibilità. Stupisce anche la mancanza di buon senso, e che per tutte le cose ci debbano essere leggi e restrizioni, perché le persone lasciate a se stesse non ci arrivano su cosa sia opportuno e cosa non lo è.
I cani, almeno loro, sono pets. L'abbandono è reato. Non può esistere un possesso di cani legato alle prestazioni.
 
Anche se, chi vuole il cinodromo, sostiene che è per corse amatoriali, non dunque scommesse a soldi, si andrebbe a costruire un precedente. Se poi sorgono altri cinodromi, è un attimo che il circuito da amatoriale si trasformi in agonistico in un paese dove tante persone, pur di fare soldi, sono disposte a tutto, anche a trovare nuove forme di sfruttamento animale.
 
E poi i levrieri che non corrono abbastanza velocemente, che fine farebbero? Possibile che debba tornare ad esistere, a venti anni dalla chiusura dell'ultimo cinodromo italiano, quello romano, il problema del fine carriera delle corse di cani in Italia?
 
Magari da addossare anche quello ad associazioni animaliste, come si fa per i galgos o per i levrieri irlandesi?
 
Una vergogna. Ci sono già abbastanza randagi in Italia che nessuno adotta, senza creare una filiera in più di cani in esubero perché non sufficientemente prestanti. Come ha fatto il sindaco, Lamberto Marini (Centro-Destra), ad autorizzare un progetto simile?
 
Per realizzare la pista per i levrieri sono stati interrati inoltre 5 mila metri quadri di plastica. Altroché progetto ecosostenibile, green, che guarda al futuro.
 
Andrea Zanoni, esponente dem, del Veneto, osserva che "in una situazione dove il Veneto è la pecora nera dell'Italia per quanto riguarda l'obiettivo ONU dell'Agenda 2030 sulla sostenibilità e relativamente all'obiettivo della biodiversità, i prati stabili, come quello che è stato distrutto per costruire il cinodromo, non solo dovrebbero essere protetti, bensì ampliati".
 
Ma i cittadini di Maserada? Contenti di questa vergogna? Dovrebbero chiedere le dimissioni al Sindaco.
 
Speriamo che il progetto fallisca o che non sia portato a compimento. C'è già, irrisolto, il problema del fine carriera dei cavalli da corsa, con le istituzioni che preferiscono non occuparsene pur di non doverci investire soldi pubblici.
 
Ci manca solo che, oltre ai cavalli a fine carriera delle corse, ci si debba confrontare con il problema del fine carriera di cani da corsa, di doping di cani da corsa e relativi altri maltrattamenti di allenatori che vogliono accontentare proprietari che a tutti i costi vogliono portare a casa il gagliardetto o la coppa per darsi un tono da vincitori. Chi segue lo sport con gli animali, sa quanta sofferenza comporti nel complesso la filiera. Per tanti bravi proprietari, ce ne sono altrettanti non così bravi, che è quasi impossibile arginare. L'Italia non ha bisogno di altri animali agonisti da corsa. Abbiamo già le corse di cavalli e altre manifestazioni agonistiche con cavalli, pony, asini e persino bovini "da corsa", anche questi ultimi strattonati con pertiche pungenti e dopati (come dimostrano casi giudiziari) pur di farli arrivare primi.
 
Giù le mani dai cani! Non ci sono cani da corsa, ci sono solo cani da affetto.