I morsi di cane rappresentano un rischio sia per l'incolumità delle persone (con tutte le conseguenze del caso), sia per il benessere a lungo termine dell'animale, poiché i cani non adeguatamente educati sono a rischio di abbandono.
Alcuni dati da tenere in considerazione per la prevenzione. Una persona morsa da cane nei casi più lievi ha bisogno di una medicazione semplice. I bambini sono le vittime più comuni dei morsi di cane e hanno molte più probabilità di subire lesioni gravi. La maggior parte dei morsi di cane che colpiscono i bambini piccoli si verificano durante le attività quotidiane e durante l'interazione con cani familiari. E' dovere del proprietario responsabile di pet, e del genitore responsabile, evitare e prevenire queste situazioni incresciose.
Qualsiasi cane può mordere: grande o piccolo, maschio o femmina, giovane o vecchio. Anche l'animale domestico più tenero, peloso e dolce può mordere, se provocato. Non è tanto o solo la razza di un cane che determinerà la sua attitudine in questo senso, ma piuttosto la storia e il comportamento individuale dello stesso, la sua educazione alla relazione con le persone e quella delle persone intorno a lui alla relazione con il cane.
Perché i cani mordono?
I cani mordono per una serie di motivi, banalmente come reazione a qualcosa. Se il cane si trova in una situazione di stress, può mordere per difendere se stesso o il suo territorio. I cani possono mordere perché sono spaventati o arrabbiati. Possono mordere perché si sentono minacciati. Possono mordere per proteggere qualcosa che è prezioso per loro, come i loro cuccioli, il loro cibo, un giocattolo, il loro spazio, il loro riposo (ad esempio se svegliati improvvisamente mentre dormono).
I cani potrebbero mordere anche perché non si sentono bene. Potrebbero essere malati o doloranti a causa di lesioni, tanto da voler essere lasciati soli. In questo caso, identificare il problema medico attraverso l'aiuto del veterinario e/o del comportamentalista canino, può arginare il problema. Se si tratta di una malattia, o del dolore associato a una patologia o lesione, quanto prima si ricorre al trattamento medico appropriato, quanto più velocemente si risolve l'irritabilità dell'animale. Se il cane non aveva mai mostrato in precedenza comportamenti mordaci, la causa medica deve essere la prima a essere investigata.
I cani potrebbero mordere anche durante il gioco senza consapevolezza di quanto questo comportamento possa essere nocivo. Anche se mordicchiare durante il gioco potrebbe essere divertente per il cane, può diventare pericoloso e questo atteggiamento va scoraggiato da subito, prima che diventi un vizio. È una buona idea evitare di lottare o giocare al tiro della fune con il cane se si ha scarsa conoscenza dell'etologia canina e se la gerarchia tra i due soggetti non è chiara ed equilibrata. Questi tipi di attività possono rendere il cane eccessivamente eccitato, o fargli credere che è lecito per il gioco della lotta aggredire una persona. I limiti del gioco per il rispetto delle gerarchie devono essere insegnati al cane già quando è piccolo, perché rimediare a vizi comportamentali già profondamente integrati nella personalità del cane adulto, richiede poi molte più risorse e competenze, che non tutti i proprietari di animali domestici hanno.
Prevenzione
- Fornire al cane adeguato esercizio quotidiano attraverso la movimentazione: frequentazione di giardino, area cani, passeggiate.
- Educare il cane a stare in mezzo agli altri (siano questi altri cani o altre persone, anche fuori dal ristretto nucleo familiare). La socializzazione primaria tanto prima incomincia, quanto più il cane avrà modo di registrare le esperienze e costruirsi il bagaglio cognitivo a cui attingere, per sapere qual è la reazione appropriata a quanto accade intorno a lui.
- Nell'educazione primaria vanno incluse le seguenti nozioni: obbedienza al conduttore, conduzione diligente al guinzaglio, fermarsi se ordinato, rispetto delle gerarchie senza l'uso della forza, ma ricorrendo alla fiducia e alla relazione. In poche parole, occorre imparare a comunicare con il proprio cane ed essere sicuri che comprenda.
- Scegliere il cane giusto per il proprio carattere, spazi e tempo da mettere a disposizione, non sottovalutando il fattore delle competenze del futuro proprietario nell'addestramento di cani. Un cane non è uguale all'altro e un proprietario non è uguale all'altro. In caso di incertezza, studiare bene le caratteristiche di ogni tipo di cane sulla piazza, prima di portarne a casa uno.
- Educare se stessi e i membri della famiglia, specialmente i bambini, a relazionarsi correttamente al cane. Come ci si avvicina allo stesso, come ci si rapporta, come ottenerne il rispetto senza bisogno dell'uso di violenza. Queste nozioni dovrebbero essere parte integrante già del rapporto tra familiari medesimi e possono essere insegnate al cane solo se prima le ha comprese il proprietario dell'animale.
- Evitare le situazioni a rischio. Imparare a riconoscere l'escalation di un conflitto e fermarlo per tempo. Questo comporta imparare le lezioni di base di interpretazione del linguaggio dei cani, riconoscere i segnali di stress e di disagio, l'irritabilità, l'eccitazione eccessiva e mal riposta e prevenire che, dalle prime avvisaglie, si arrivi poi a conseguenze da temere. Se il cane non è il proprio, e comincia un processo di aggressività, l'atteggiamento più saggio è allontanarsi, conservando un atteggiamento di calma e serenità "per non dargli ragione" sulla presenza di una situazione di pericolo in cui l'animale sia legittimato a reagire.
Il linguaggio canino
Il cane, come qualsiasi altra creatura vivente, ha il suo linguaggio con il quale comunica con il mondo esterno. Conoscere il linguaggio canino aiuta nell'educazione appropriata e nel comunicare assertivamente con il cane. Ci sono appositi corsi per apprendendere l'etologia dei cani e figure professionali che si occupano di comportamentalismo canino. Si possono leggere molti libri su questo tema che, negli ultimi decenni, è stato sviluppato ampiamente dai tanti appassionati. Tanto più è complesso il cane o la sua storia personale, quanto più conoscere il linguaggio canino, anche in un'ottica di recupero dell'animale da maltrattamenti e abusi, quando non da maleducazione, è importante.
Proprio come le persone, i cani si affidano ai gesti del corpo, alle posture e alle vocalizzazioni per esprimersi e comunicare. La buona notizia è che non è necessario essere massimi esperti certificati per cogliere indizi utili sul fatto che il cane si senta stressato, spaventato o minacciato.
La maggioranza dei proprietari di quei cani domestici che non hanno un passato di aggressività da redimere, probabilmente non avrà bisogno di fare corsi specifici perché il millenario rapporto tra cane e umani ha fatto sì che il linguaggio intraspecie tra i due oramai sia parte della coscienza collettiva diffusa.
Il linguaggio del conflitto dei cani non è poi così diverso dal linguaggio conflittuale tra esseri umani. La trasformazione (gestione costruttiva) di un conflitto in nascere con il cane domestico (almeno di quello di piccola e media taglia di razze non definibili tra quelle potenzialmente pericolose), è alla portata della maggioranza dei proprietari, che se hanno imparato a gestire il conflitto tra bambini, sapranno gestire anche il conflitto con il cane domestico in modo appropriato.
Gestione del conflitto e amicizia duratura
La gestione del conflitto tanto meno ricorre alla violenza, tanto più è educativa. Conta più un basta detto convintamente con voce risoluta, di una sberla o di un calcio. Il cane apprende facilmente per rinforzi positivi e ripetizione degli stessi nel tempo. Basta avere un atteggiamento coerente e la maggior parte dei problemi comportamentali del cane saranno evitati o sedati sul nascere.
Quando invece il conflitto diventa patologico, o il cane ha una storia disfunzionale alle spalle o ha maturato il problema comportamentale nella famiglia in cui si trova, è seriamente opportuno affidarsi a studi, letture o operatori specifici per rieducare il cane prima che la convivenza con lui diventi più una seccatura che una gioia.
Ricordarsi che il cane è il migliore amico a cui affidarsi, ma tale amicizia va curata e meritata, non data per scontata.
Amicizia interspecie, definizione: reciproco affetto, costante e operoso tra 2 creature, nato da una scelta che tiene conto della conformità dei voleri di entrambi (il cane non è un giocattolo e non va trattato come tale) e da una prolungata consuetudine a una convivenza positiva della quale nessuno dei 2 vuole fare a meno.
Educare il cane a non essere mordace è allora parte integrante della propria educazione a essere un proprietario responsabile. Non portare mai a casa un cane che non si è in grado di educare, se necessario anche ricorrendo agli operatori comportamentalisti specializzati, informandosi preventivamente sull'investimento di risorse di tempo, di spazi e di competenze necessarie per regalargli una vita dignitosa e serena.