Viene definito con il termine sovrapesca (dall'inglese Overfishing) il depauperamento delle risorse ittiche causato da un'eccessiva e non razionale attività di pesca. Questo fenomeno può verificarsi in qualsiasi ecosistema acquatico, dai torrenti, ai laghi, agli oceani.

La pesca eccessiva globale è uno dei problemi di sostenibilità più urgenti del nostro tempo.

Ovunque su questo pianeta, le fabbriche galleggianti di cibo marino stanno svuotando i nostri oceani a un ritmo crescente. Si ritiene che il 90% degli stock ittici globali sia completamente utilizzato o sovrasfruttato, minacciando gravemente la sostenibilità dell'ambiente marino e la più grande risorsa alimentare del mondo.

Nonostante questo sfruttamento eccessivo dei nostri mari, l'UE è ancora il principale importatore mondiale di pesce. Oggi ogni persona mangia in media 19,2 kg di pesce all'anno, quasi il doppio di quello che mangiavamo 50 anni fa. I nostri oceani semplicemente non possono sopportare questo livello di sfruttamento.

Il fenomeno della sovrapesca

Una specie è oggetto di sovrapesca quando viene pescata più velocemente di quanto riesca a riprodursi. Non è sempre facile determinare i ruoli giocati rispettivamente dalla pesca e dai fattori ambientali (specialmente climatici o legati all'inquinamento) nella diminuzione delle dimensioni degli stock ittici.

All'ultimo stadio, la sovrapesca ha già provocato in alcuni casi la diminuzione dei ritmi biologici di crescita e condurre verso livelli critici tali da compromettere la ripresa delle popolazioni ittiche con ripercussioni ecologiche sugli ecosistemi nonché economiche sulle industrie ittiche. In particolare al sovrasfruttamento degli squali è dovuta la situazione di dissesto di interi ecosistemi marini.

Livelli accettabili di pesca

La nozione di sovrapesca si basa su quello che viene definito come livello accettabile di prelievo attraverso la pesca. Termini biologici e bioeconomici più precisi definiscono il livello accettabile in questa maniera:

  • Dal punto di vista biologico, una situazione di sovrapesca si verifica quando la mortalità della specie direttamente indotta dalle attività di pesca ha raggiunto quel livello per cui la biomassa degli stock ha una crescita marginale negativa (crescita di biomassa che diminuisce lentamente). In queste condizioni i pesci vengono prelevati dal loro ambiente così rapidamente che il rifornimento degli stock prodotto attraverso il processo riproduttivo diminuisce. Se tale rifornimento continua a diminuire per un periodo di tempo sufficientemente lungo ad un certo punto il suo andamento si inverte e in pratica la dimensione della popolazione ittica diminuisce.
  • Dal punto di vista economico o bioeconomico, il termine sovrapesca tiene in considerazione anche il costo delle attività di pesca e definisce una situazione in cui la crescita marginale della rendita della risorsa è negativa. In pratica, i pesci vengono pescati così rapidamente che la crescita della redditività delle attività di pesca diminuisce. Se le condizioni di sovrapesca persistono sufficientemente a lungo, la redditività comincia a ridursi.

Regola di controllo del prelievo

 
Lo schema a colori Traffic Light, mostrando il concetto di Regola di controllo del prelievo (HCR), specifica quando un piano di recupero è obbligatorio in termini di principio cautelativo e delimita le soglie di riferimento per la biomassa degli stock ittici e per il prelievo da parte dell'industria ittica. Lim: limite, Tar: target

Attualmente un modello ampiamente utilizzato per stabilire livelli accettabili di prelievo è la Regola di Controllo del Prelievo (HCR, dall'inglese Harvest Control Rule). Questa rappresenta una variabile sulla quale i processi di gestione hanno qualche controllo diretto come funzione di alcuni indicatori dello status degli stock ittici. La cattura costante e la mortalità costante dovuta alle attività di pesca sono due tipi di semplici regole di controllo del prelievo.

Offerta e domanda di pesce

Il fenomeno della sovrapesca a livello mondiale ha cominciato a manifestarsi con l'avvento dell'industria ittica moderna: con lo sviluppo di navi e reti sempre più grosse, con tecnologie più sofisticate che permettono di trovare i banchi di pesci e pescare in fondali anche scogliosi dove un tempo sarebbe stato impossibile, con la corsa concorrenziale a racimolare in ogni angolo del globo tutto il pescabile, con normative e controlli facilmente elusi.

Un importante studio scientifico internazionale pubblicato nel novembre 2006 sulla rivista Science ha messo in evidenza come un terzo delle risorse ittiche mondiali abbiano subito un collasso, intendendo con quest'ultimo termine una diminuzione fino a meno del 10% della loro abbondanza massima osservata. Inoltre lo studio avverte che se l'attuale andamento dovesse continuare, tutte le risorse ittiche distribuite sul pianeta collasserebbero nell'arco dei prossimi 50 anni.

I danni collaterali della pesca insostenibile e irresponsabile

La minaccia della sovrapesca non incombe solamente sulle specie di interesse commerciale per l'alimentazione.

Nelle reti finiscono anche specie non desiderate che vengono spesso ributtate morte in mare. Questo ad esempio è il problema della pesca a strascico, con le nuove strumentazioni che attingono in acque sempre più profonde per riempire le loro reti, cominciando a minacciare delicati ecosistemi di acque profonde e le specie ittiche che vi abitano.

La sovrapesca ha impoverito le popolazioni ittiche fino al punto che le attività di pesca in tutto il mondo attualmente non sono più in grado di sostenersi senza l'assistenza dei governi.

Nove italiani su dieci ignorano lo sfruttamento eccessivo di gran parte delle specie ittiche in Europa

Un sondaggio effettuato da YouGov per conto di Oceana ha rilevato nel 2016 che da parte del pubblico in Italia c’è un’enorme mancanza di consapevolezza su quanto siano effettivamente mal gestite le risorse ittiche europee. Il 64% degli stock ittici sono attualmente sottoposti a sfruttamento intensivo, eppure il 90% degli italiani intervistati sottovaluta (47%) o ha dichiarato di non conoscere (43%) questo dato. Questo risultato è preoccupante soprattutto in considerazione del fatto che nel Mediterraneo, dove opera la stragrande maggioranza della flotta peschiera italiana, la sovrapesca raggiunge il 96%.

#StopOverfishing è la campagna stampa per rendere le persone più consapevoli del problema, diminuire i consumi di pesce e/o forzare il sistema a tecniche di pesca più responsabili per il bene del mare e delle generazioni future.