Non ci sono solo divieti. Nella richiesta viene rimarcata la necessità di fornire adeguati incentivi e programmi finanziari che aiutino gli allevatori nella transizione verso i sistemi senza gabbie. Il tutto nell’ottica della strategia «Farm to fork» (dalla fattoria alla forchetta) che prevede una filiera stretta, controllata e sostenibile della produzione agroalimentare europea e che si inserisce nel Green deal europeo, ovvero la road map ambientalista a cui la stessa Commissione ha detto di volersi ispirare fin dal suo insediamento.

La risoluzione è la diretta conseguenza dell’iniziativa End the cage age, promossa da circa 170 associazioni ambientaliste, animaliste o di tutela dei consumatori che in tutta Europa hanno promosso una colossale raccolta di firme a sostegno di una specifica Ice (iniziativa dei cittadini europei), una sorta di legge di iniziativa popolare.

La Commissione dovrebbe dare la sua risposta alla fine di giugno, presentando una proposta di legge che dovrà poi essere approvata sia dal Parlamento sia dal Consiglio dell’Ue. L’iter, insomma, è tutt’altro che concluso ma la netta maggioranza che si è espressa a favore del provvedimento è considerata un ottimo viatico dai promotori dell’iniziativa. «Migliorare il benessere degli animali — ha commentato la commissaria per la Salute, Stella Kyriakides — rimane un imperativo morale, sanitario ed economico. Un primo via libera c’era stato lo scorso 21 maggio, con il voto favorevole della commissione agricoltura dell’Europarlamento (in quel caso con 39 voti a favore e 4 contrari). Nella risoluzione votata sono stati aggiunti alcuni emendamenti, tra cui quello del divieto dell’alimentazione forzata.