Già nel 2015 la Svizzera, che ha la normativa di tutela equini più progressista al mondo, ha bandito a partire dall'anno successivo le redini di ritorno dagli sport equestri.

Le ragioni? Dal comunicato stampa di allora: "Gli sport equestri si trovano al centro delle attenzioni del grande pubblico, ma sfortunatamente non sempre nel senso positivo della cosa. Le immagini di cavalli montati con le redini di ritorno danno un'impressione di sottomissione e di contrasto negli osservatori poco pratici di equitazione. La Federazione Svizzera deglli Sport Equestri vuole impegnarsi continuamente e in modo propositivo per il benessere dei cavalli. Per fare questo, ha bisogno della comprensione e del sostegno di tutti i suoi membri, dei funzionari, delle amazzoni e dei cavalieri.

Ma perché è necessaria una proibizione delle redini di ritorno?

L'agonismo equestre non è, generalmente parlando, ben visto, neppure dal pubblico di amatori che costituisce la base dell'equitazione. Ma solo per un ritardo nelle riforme strutturali necessarie per andare incontro alla sensibilità attuale per i cavalli da parte del pubblico. Rispetto al settore amatoriale, comporta la disaffezione verso il cavallo, equiparato a uno strumento che, se si rompe, si cambia. Non solo. Nell'ambito dell'agonismo, le richieste al cavallo possono essere eccessive rispetto alle reali possibilità dell'animale, fino a che quest'ultimo può "rompersi", per essere poi "cambiato" per un cavallo nuovo, più prestante.

L'interrogativo dunque che il pubblico si pone è se lo sport d'elite è davvero eticamente corretto verso i cavalli.

Il benessere e la protezione del cavallo negli sport equestri sono al centro delle richieste alla FEI (l'organismo internazionale che regola gli sport equestri) di proibire una cosa o l'altra.

Sbarrare il cavallo per costringerlo a saltare più in alto è stato proibiito sulla carta, purtroppo è ancora molto praticato nell'omertà generale sui campi di allenamento. Il rollkur (iperflessione) era stato proibito, per essere sostituito dalla pratica denominata LDR, che ne è una forma edulcorata.

Per conquistare la simpatia del pubblico, che premia generalmente il cavallo e non l'atleta umano, occorre rinunciare a qualche strumento di bondage per dare più spazio alla relazione umano/equino, perché a vincere sia la collaborazione amicale tra atleta umano e atleta equino, introducendo vari gradi di liberalità.

L'utilizzo responsabile del cavallo nello sport sarà decisivo in avvenire. L'immagine con la quale si presenta al grande pubblico, agli spettatori, ai media, agli sponsor sarà dunque essenziale per la crescita e la reputazione degli sport equestri.

Strumenti di bondage criticati in base al principio less is more, togliere (di costrizione) per aggiungere (di credibilità, empatia, etica)

Sono queste le strumentazioni considerate, non solo dal pubblico generico, magari non edotto in cavalli, ma anche da veterinari ippiatri impegnati nello spingere l'asticella di tutela più in alto, piuttosto che corroborati da qualche studio scientifico da parte di equipe universitarie, come potenzialmente più dannose per il corpo e la psiche del cavallo.

Potenzialmente perché la negatività potrebbe essere riassorbita dal corretto uso dello strumento coercitivo. Ma poiché impedire l'uso scorretto, lontano da telecamere e campi di gara, è pressoché impossibile, una strategia più razionale potrebbe essere quella di togliere, anche perché permette di cambiare le regole del rapporto umano/equino, mettendo un punto luce su empatia, collaborazione volontaria, educazione vs addestramento: tutti temi alla moda, oltreché intrinsecamente etici. A ben pensarci, anche nell'educazione umana un tempo si usavano fruste, cinghie, stiletti. Oggi se un insegnante tira anche solo uno schiaffo all'allievo, la denuncia penale è quasi scontata.

I tempi cambiano. Ora anche gli sport equestri sono chiamati a mutare rinunciando a qualcosa per rimescolare le carte.

Su briglie e chiudibocca, vi abbiamo linkato le pagine apposite del sito. Qui la disquisizione si concentrerà sull'uso indiscriminato delle redini di ritorno.

Motivi per non usare le redini di ritorno:

  • Il contatto in senso classico diventa possibile solo se il cavallo lascia fluire i suoi movimenti attraverso il suo corpo flessibile, quindi alla fine "cerca" la connessione aggiustando l'incollatura. L'imboccatura viene trasportata dai muscoli rilassati della mascella sulle barre della bocca del cavallo.
  • La connessione non si forma legando la bocca del cavallo con un nasello stretto. Il contatto corretto può essere raggiunto solo con una bocca attiva; l'articolazione mandibolare deve essere in grado di muoversi. Le fasce nasali di qualsiasi tipo non devono essere regolate troppo strettamente. La mascella deve rimanere mobile; in caso contrario, si creerà una tensione che si trasferirà all'intero corpo. Guidare con le mani troppo dure e influenzare continuamente il cavallo con l'aiuto di redini troppo forti ha un effetto negativo sull'anatomia dell'animale.
  • Solo un'imboccatura morbida e ben adattata (a snodo singolo o doppio) durante l'intero corso di addestramento di un cavallo garantisce un'equitazione "anatomica". L'anatomia della mascella inferiore, unica per ogni cavallo, determina la scelta dell'imboccatura. Lo scopo di utilizzare un morso più severo dovrebbe essere solo quello di perfezionare gli aiuti. Non dovrebbe mai diventare un mezzo di coercizione per controllare il cavallo o forzarlo in una performace.
  • In un cavallo l'unica connessione ossea del cranio alla colonna cervicale si trova abbastanza in alto con il resto della testa e del collo, comprese le prime vertebre del collo, collegate solo attraverso parti dei tessuti molli. L'anatomia ossuta di quest'area spiega perché una briglia che agisce all'indietro crea una grande azione a leva, si verifica una forza enorme che può ripercuotersi sulle barre, sui legamenti della schiena e sul sistema muscolo schelettrico. Una leva eccessiva può impedire al cavallo di accomodarsi alla meglio per difendersi dal dolore, che è una spia di autoconservazione. Come possono allora la schiena e le gambe rimanere in salute se l'aggiustamento spontaneo è impedito da mezzi di costrizione?
  • I principi classici di cavalcare un cavallo da dietro in avanti, verso la mano del cavaliere, sono fondamentali per mantenere il cavallo in salute. Solo imparando a sentire le resistenze del cavallo si può rispettarlo. Serve molta educazione del cavaliere, e una prudente esperienza, per rendere il contatto sensibile. Mentre si utilizzano questi rinforzi coercitivi con principianti che non hanno né l'esperienza, né l'educazione necessaria per sentire il cavallo, in pratica si danno strumenti di lesione in mano a chi non sa usarli. Ciò che si viene a creare, è il sistema opposto a quello dei principi classici della bella equitazione, il cavalcare un cavallo dalla parte anteriore a quella posteriore - che porta inevitabilmente a difetti nei movimenti e compromette la salute muscolo-scheletrica dell'animale.
  • Ogni tentativo di collocare meccanicamente la testa e il collo del cavallo in un determinato assetto tramite l'imposizione coercitiva ha conseguenze nefaste. Le redini di ritorno moltiplicano l'effetto della forza dell'imboccatura sulle barre e fondamentalmente agiscono per costringere il cavallo alla flessione della testa, ma in modo scorretto, senza la progressione e quegli aggiustamenti anatomici che servono per salvaguardare la salute del cavallo.

Risultati del cattivo uso delle redini di ritorno:

  • cavalli che presentano ritrosie e fanno resistenze continue
  • zoppie agli anteriori
  • tensioni alla schiena

Per tutto questo e altro ancora, è necessario chiedere alla FEI di vietare o regolamentare fortemente l'utilizzo delle redini di ritorno in equitazione. Se siete d'accordo, condividete questo articolo e scrivete alla FEI di adottare il principio: meno per più.