L'unica alternativa alla macellazione irresponsabile è la coerenza rafforzata a speron di legge con il destino ultimo.
Ci sono troppi cavalli la cui gestione è incoerente con il destino ultimo scelto dal proprietario, e quindi:
- dichiarati per comodo e ignoranza non macellabili e poi fatti finire nel racket della macellazione abusiva perché finita la carriera sportiva nessuno li vuole, e i proprietari non hanno intenzione di sobbarcarsi i costi di mantenimento finita l'utilità sportiva,
- dichiarati per comodo macellabili, ai quali vengono somministrati prodotti vietati per potenziare la performance sportiva, per poi mandare i cavalli al macello in barba alla sanità pubblica.
In queste condizioni, lo stato italiano dovrebbe forzare tramite leggi e regolamenti la coerenza con il destino ultimo. In due modi:
- forzando i proprietari di cavalli non macellabili, iscritti a circuiti agonistici che beneficiano di fondi pubblici, al trattamento previdenziale per il cavallo a fine carriera,
- sottoponendo i proprietari di cavalli macellabili, iscritti a circuiti agonistici che beneficiano di fondi pubblici, a frequenti controlli di sanità animale, inclusivi di prelievi per testare le sostanze non ammesse nel circuito di allevamento zootecnico per la carne.
Le etichette non salvano i cavalli per magia. Nè forzano i proprietari alla coerenza. Solo un sistema di costi per i disonesti e di benefici per gli onesti può dare valore ad etichette altrimenti prive di significato.
Ad esempio, fatto non chiaro specialmente alle giovani leve del mondo del cavallo, indotte appositamente da persone scaltre che guardano unicamente al proprio tornaconto economico alla miopia volontaria, perché facilita l'uso e getta del cavallo, nessuna registrazione NON DPA (non destinato alla macellazione per consumo umano) sul passaporto dell'animale è in grado di salvarlo, se nessuno si assume l'onere di mantenerlo, a partire dal proprietario che quel cavallo l'ha voluto e nessuno lo ha obbligato a comperarselo, quindi non può far ricadere le proprie responsabilità su altri (in mancanza di chi volontariamente si voglia assumere l'onere di subentro nella proprietà), solo perché gli sarebbe opportuno.
Quando un cavallo è oramai anziano, disabile, infortunato, non produttivo, possibilità reali di ricollocamento gratuito presso terzi disposti a mantenerlo sono pressoché nulle. Quel cavallo ha bisogno di essere pensionato se deve essere preservato dalla macellazione, e mantenerlo costa. Senza incentivi economici a chi è disposto a farsi carico di questi equidi, se ne salveranno ben pochi.
In mancanza di obbligazioni alla coerenza con il destino ultimo, si finisce per generare il fenomeno dell'ignoranza volontaria, degli affidi incauti e della macellazione abusiva.
La mancanza di provvedimenti di legge sulla coerenza con il destino ultimo di un cavallo facilita la sottostima dell'impegno necessario per il possesso affettivo dell'animale, deresponsabilizzando persone e filiera.
Lo stato italiano dovrebbe porre rimedio a questa falla attraverso un sistema di premiazione dei virtuosi e di penalizzazione dei disonesti.
In questo modo:
- a) RESPONSABILITA' COLLETTIVA DI FILIERA: obbligare la filiera dell'agonismo istituzionale a sovvenzionare il ricollocamento dei cavalli del proprio circuito che arrivano a fine carriera, pena la rinuncia a finanziamenti pubblici per le attività di promozione sportiva e ippica.
- b) RESPONSABILITA' INDIVIDUALE DEL PROPRIETARIO: obbligare in solido i proprietari di cavalli NON DPA, che svolgono agonismo nelle filiere sovvenzionate, a un fondo pensionistico che segua il cavallo nei suoi vari passaggi di mano; con premi e incentivi come la defiscalizzazione per chi adotta cavalli a fine carriera provenienti dai pensionati.
Se siete d'accordo con questi principi, si tratta di proporre un progetto di legge al Parlamento, sperando che abbia a cuore il tema della coerenza, a tutela dei cavalli, a tutela di chi onestamente li ama come animali d'affezione, e dei consumatori di carni rosse che hanno diritto a non trovarsi un cavallo NON DPA, che ha fatto farmaci illegali per la macellazione, nel piatto.