Nel mondo dei cavalli l'inosservanza delle regole è banalmente comune e permette che le frodi prosperino a danno dei cavalli stessi, di acquirenti e cessionari di cavalli, dei consumatori di carni (nell'ipotesi di macellazione abusiva) e del fisco.
Istituire il regime di circolazione dei cavalli come "esseri" mobili registrati permetterebbe di contrastare maggiormente i reati tipici. Essi sono:
- cessioni di cavalli non tracciabili finalizzate a corse clandestine su strada,
- cessioni di cavalli non tracciabili finalizzate a macellazione abusiva,
- vendita di cavalli in nero, finalizzata all'evasione fiscale.
L'acquisto di cavalli rappresenta un'attività ad alto rischio di evasione fiscale e frode
Nel corso degli anni è emersa l’esistenza di un meccanismo fraudolento in virtù del quale all’atto della vendita del cavallo non viene emessa fattura, neppure se a vendere il cavallo è il commerciante, dunque una persona che vive di commercio di cavalli. In alternativa, quando si parla del mondo dei cavalli sportivi, possono essere emesse fatture false, con cavalli venduti a cifre a 4 zeri e fatture emesse a 3 zeri.
Lo schema è ancora più aberrante quando riguarda la cessione di cavalli a fine carriera registrati come non macellabili. Il cedente regala il cavallo al commerciante, che spesso non dichiara il suo mestiere e finge di voler destinare il cavallo al prato, il quale non effettua un passaggio di proprietà e vende a sua volta l'animale per la macellazione abusiva, in nero, compiendo dunque più reati: appropriazione indebita, frode fiscale e alimentare.
In assenza di una normativa specifica nazionale e in applicazione di quella generale, nel nostro sistema il cavallo è sempre stato considerato un bene mobile non registrato, anche a dispetto del valore elevato, talvolta, di vendita. (Sul punto ad esempio Cass. Civ., Sez. VI, n. 8967/2015).
Per fronteggiare il rischio di illegalità facilitato dal regime di circolazione vigente occorrerebbe:
- effettuare maggiori controlli sulla compravendita dei cavalli "dismessi"
- emanare un divieto di circolazione su strada di mezzi trainati da calessini ippici per "allenamenti"
- sanzionare penalmente il pubblico che partecipa alle corse clandestine
- sanzionare penalmente chi cede cavalli senza tracciabilità (senza atto di compravendita)
- vietare il possesso di cavalli e attività inerenti (maneggio, patenti e licenze come operatori, trasporto, commercio, macellazione) a pregiudicati per i reati tipici con i cavalli (in particolare scommesse abusive, corse truccate, corse clandestine, maltrattamento di animali, furto e ricettazione di cavalli, macellazione abusiva)
La documentazione di carico e scarico degli equini, senza penale per l'obbligo di registrare l'atto di compravendita dei cavalli entro 7 giorni dalla cessione, non è sufficiente a scoraggiare il mercato della ricettazione e macellazione abusiva dei cavalli.
La procedura attualmente in vigore per il passaggio di proprietà dei cavalli, di fatto permette di perderne la tracciabilità e agevola furti di cavalli, abigeato, corse clandestine e macellazione abusiva. La movimentazione elettronica obbligatoria, non sembra ad oggi aver corretto granché delle problematiche specifiche di ricettazione dei cavalli in Italia.
E' ancora possibile dichiarare, attraverso un modulo ad hoc, sia per i cavalli ex Unire, sia per i cavalli AIA, la perdita di possesso di un cavallo per furto, smarrimento o morte, togliendolo dalla banca dati alla quale è iscritto, senza alcun controllo che le dichiarazioni rilasciate siano veritiere e attendibili e senza nessuna penale a posteriori (per falso documentale, frode, ricettazione), se con l'indagine si viene a scoprire che il cavallo denunciato per la perdita di possesso era stato venduto a un commerciante.
I cavalli dichiarati smarriti, rubati o morti poi riemergono spesso in attività illecite in cui vengono contrabbandati, il tutto ovviamente omettendo di pagare le tasse su questi traffici che fruttano molti soldi a chi se ne occupa; oppure vanno al macello con scarso controllo sulle frodi alimentari che riguardano gli equini, grazie a un sistema di connivenza, corruzione e omertà standardizzato.
Per tutto ciò sopra elencato, ci sarebbe una soluzione che offirebbe maggiore contrasto alla diffusa fraudolenza nelle cessioni di cavalli: istituire il regime di circolazione degli equini come "esseri" mobili registrati.