In che modo discussioni online, parole chiave fantasiose e iniziative di filiera promosse come come azioni per la tutela degli equini possono essere limitate se non passano dai social alla vita reale?
Perché è proprio questo il problema. Tanto si fa a parole, specialmente sui social, ma mancano i fatti.
Le persone arrivano a confondere l'attività dei media con la conoscenza reale e confondono il passare del tempo a leggere notizie con fare qualcosa al riguardo della tutela degli equini.
I social media rischiano di produrre apatia senza che ce ne accorgiamo, quando la gente si convince che bastano i "mi piace" e condividere contenuti per produrre il cambiamento che serve.
La gente è così presa dalle notizie che spingono le emozioni umane - principalmente rabbia e paura - che non si rende conto che la discussione online di tutela equina non è sufficiente per tutelare i cavalli reali.
Molta gente è così concentrata sulla discussione virtuale di ciò che sta succedendo, da dimenticare che c'è un mondo esterno di cavalli che ha bisogno di azioni significative e che queste azioni hanno dei costi, spesso insostenibili quando l'unico apporto che la gente è disposta a dare per salvare cavalli si riduce a likes e condivisioni.
Clicchiamo e leggiamo articoli, ci piacciono, commentiamo, condividiamo e scambiamo opinioni con gli altri, dimenticando che i cavalli non si salvano con i click.
Ancora, in Italia, non esistono le risorse per la tutela strutturale degli equini. Ancora la gente dismette gli equini non più voluti destinandoli alla macellazione abusiva (quando si tratta di animali registrati come non destinabili alla carne), alle corse clandestine dei cavalli, all'abbandono non meglio qualificato, qualsiasi destino si apra, pur di toglierseli dalle spese realizzando magari un lucro anziché una spesa.
Quello del cavallo italiano è un sistema economico disfunzionale e non sostenibile per la tutela degli equini.
Ci sono troppi opinionisti e poche persone disposte a investire per la tutela degli equini, sia a livello individuale che di filiera.
L'illusione del coinvolgimento tramite collegamento, anche solo seguire una pagina che si occupa di tutela degli equini, non si trasforma in risorse reali disponibili per salvare cavalli in condizioni di bisogno.
Servirebbero meno likes, meno condivisioni, e più azioni di sostenibilità significativa individuali (come proprietari di equini) e di sistema (come filiera).
C'è una differenza tra contenuto di tutela e contenuto di tutela significativo. Nel primo caso basta uno slogan sotto il quale mettere mi piace. Nel secondo caso, il messaggio diventa parte della responsabilità individuale di proprietario o sociale di filiera.
Ad esempio, quando si dice che "il cavallo è per sempre", non basta mettere un mi piace sotto. Quello slogan diventa politica sostenibile solo quando è una realtà effettiva per chi lo condivide, e quando a livello sociale vengono messe in pratica delle normative che lo rendono sostenibile.
Lo stesso quando si dice "Il cavallo non si macella". A che serve mettere sotto "mi piace", se poi la persona non appena il cavallo ha dei problemi, lo dà via?
Anziché discutere online la tutela degli equini, questa dovrebbe diventare pratica concreta di sostenibilità. Finché le persone non passeranno dalle opinioni ai fatti, lavorando sul mondo reale verso un cambiamento significativo, la tutela degli equini in Italia rimarrà un settore fragile.
Occorre dunque sapere che non tutte le azioni sono significative per una tutela degli equini sostenibile.
E in particolare, sono due i tipi di azioni che sono qualtitativamente e/o quantitativamente insufficienti nella filiera del cavallo in Italia:
- chi sia disposto a tenersi il proprio cavallo nella buona e cattiva sorte
- chi sia disposto a finanziare la tutela degli equini
Se sei disposto a passare dalla discussione online ai fatti con azioni significative, come essere testimonial di azioni concrete, comincia a pensare al sostegno strutturale alla tutela degli equini o a non prenderti alcun cavallo, se non puoi essere per lui un proprietario per sempre.