Il vetturino, figura storica, al contrario dell'autista di mezzi pubblici, è il proprietario dei cavalli e della carrozza.

Se alcuni considerano la carrozza un mezzo di trasporto obsoleto o un maltrattamento, occorre considerare il fatto che essendo il vetturino proprietario di carrozza e cavalli avrà di certo maggior riguardo e assennatezza rispetto ad altri tipi di autisti. Se perde il cavallo, perde il lavoro.

Educare un cavallo alla trazione animale per strada, al giorno d'oggi, è una cosa difficile, che sono rimasti in pochissimi a saper fare.

E' un lavoro in via di estinzione.

Inutile che animalisti che sanno poco di cavalli, e che nel concreto mai se ne occupano, sbraitino per velocizzare questa estinzione: verrà da sé.

Per intanto, i bravi vetturini insegnano ai propri cavalli ad obbedire alla voce.  Le redini servono solo per maggior chiarezza. I cavalli, con i vetturini che hanno arte e mestiere, non vengono mai toccati dalla frusta che è usata dal vetturino solo da incitamento sotto forma di schiocchi, che sono rumori, non colpi sulla schiena e fianchi dei cavalli.

Con le dovute eccezioni, i vetturini non sono maltrattatori di animali.

201905161130060.Italie Toscaanse kust toren van Pisa 1557999006Ricordiamoci che il bene e il male sono ovunque, in qualsiasi categoria o professione, inclusa quella di animalisti (non dimentichiamoci che la cronaca ci ha insegnato che ci sono stati animalisti indagati per avere speso i soldi non per gli animali, ma solo per se stessi in beni di lusso; altri indagati per traffico di cuccioli; altre associazioni ancora che hanno avuto guai giudiziari perché intascavano soldi per mantenere degli animali che avevano prontamente soppresso, in modo da spendere i soldi per altro). Cosa facciamo allora, per gli errori di questi, aboliamo tutti gli animalisti?

La maggior parte dei vetturini italiani sono molto premurosi con i loro cavalli e se ne prendono la massima cura, in genere li mandano al passo o al piccolo trotto, andature lente.

I vetturini, al contrario degli animalisti, sono presi continuamente di mira, il loro diritto ad esistere costantemente messo in discussione, con continue richieste di abolizione per presunti maltrattamenti, quasi mai accertati con perizie veterinarie.

E si sa, essere continuamente sotto l'occhio del ciclone, aiuta a focalizzare sul cambiamento necessario per "resistere". E' così che i cocchieri italiani sono in genere, specie quelli delle periferie che nessuno conosce, o si cura di intervistare per un contradditorio, rispetto ai declamati maltrattamenti autoreferenziali degli slogan abolizionisti, ferventi seguaci della dottrina di tutela degli equini.

Parecchi vetturini tengono il cavallo anziano a casa fino a morte naturale.

Se non possono, perché appartengono a una categoria sociale prossima alla povertà, grazie anche agli animalisti beceri e ignoranti che fanno campagne diffamatorie a pioggia su tutti i vetturini, cercando di colpire l'intera categoria, e non solo i colpevoli di reati accertati, provvedono a ricollocarsi il proprio animale.

Ben pochi vetturini in Italia sono per la macellazione dei cavalli. Anche perché un cavallo da carrozza può lavorare minimo fino ai 20 anni, a differenza di cavalli per altri impieghi sportivi.

I vetturini di oggi corrono gravi rischi se capita un'improvvisa azzoppatura o la morte di un cavallo, rischiano di veder rovinata o finita la propria attività. Per educare un cavallo al tiro della carrozza in sicurezza, ci vogliono anni, non giorni o settimane o mesi.

Bastano invece 5 secondi per diventare animalista sfigato da tastiera, che nulla sa di cavalli, non approfondisce il tema degli attacchi, e diventa "avvocato dei diritti dei cavalli" autoreferenziato.

Ci sono sicuramente città impraticabili dai cavalli, per la tutela degli animali e la sicurezza nella viabilità. Ma tali città hanno in genere bellezze artistiche e architettoniche che andrebbero transennate in isole pedonali.

Anziché condannare i cavalli al macello, con un piano di abolizione che non prevede un fondo per la loro pensione, visto che parliamo di una professione a naturale estinzione nel giro di qualche decennio, si potrebbe cominciare a creare isole pedonali solo per turisti, carrozzelle, biciclette e similari nei centri storici.

barumini 1 660x258Se certi animalisti soffrono così tanto a vedere un cavallo attaccato alla carrozza, e hanno perizie veterinarie, piuttosto che studi scientifici, che comprovono il maltrattamento, come minimo il piano di abolizione dovrebbe essere  graduale, ovvero il non rinnovo delle licenze, oppure creare un fondo all'uopo per il mantenimento dei cavalli licenziati, perché altrimenti è troppo facile fare i generosi con la pelle degli altri.

Gli animalisti pretendono di condannare alla disoccupazione i vetturini? Di imporgli di fare i taxisti? Come minimo se i vetturini devono rinunciare al lavoro, e non vogliono fare i taxisti, hanno diritto a un risarcimento economico.

Ricordiamoci che a New York non hanno ancora abolito le carrozzelle di Central Park, che in teoria avrebbero abolito dal 2016, semplicemente perché è bastato qualche buon avvocato per far fare marcia indietro ai firmatari della proposta.

I firmatari della proposta attuale italiana, li mettono loro i soldi per il risarcimento della perdita del lavoro ai vetturini? E li mantengono loro i cavalli? Perché da ciò che è stato fatto trapelare a mezzo stampa, per gli animali i firmatari hanno pensato di fare i generosi con le donazioni delle associazioni animaliste, mentre per i vetturini hanno pensato di avere diritto di imporre loro di fare i taxisti o di ghettizzarli nei parchi, senza studi di settore sulla sostenibilità: c'è parco e parco. Cosa deve fare un vetturino di località priva di parchi attraenti per i turisti, vendere casa, dire addio agli affetti, per soddisfare la campagna elettorale di qualche parlamentare?

horseUn qualsiasi principe del foro sarebbe in grado di ribaltare in giudizio una tale predisposizione normativa. Non siamo in un paese in cui si può condannare qualcuno, senza un processo penale di colpevolezza, a dei lavori forzati o all'espatrio. Non si aboliscono dei lavori senza studi scientifici che comprovano il maltrattamento dei cavalli, e non si aboliscono dei cavalli, che sono creature viventi, per giunta non macellabili quelli delle carrozze, senza un piano di salvataggio, solo perché alcuni parlamentari devono mantenere promesse elettorali.

Quello che si può fare, a costo zero per il Paese Italia, è stabilire delle linee guida nazionali per il trasporto ippotrainato pubblico, e stabilire i requisiti per le licenze e i termini per la revoca delle stesse.

Al massimo il non rinnovo di altre licenze, ma non serve, perché si tratta di una professione in estinzione. Nel giro di pochi anni rimarranno solo gli attacchi di eleganza per i super ricchi, insieme ai giri in carrozza di lusso per parchi e ippovie dedicate.

Nel frattempo, basta regolamentare con saggezza (e richiede professionisti di cavalli, non burocrati o politici o animalisti generici) gli ultimi vetturini di strada della storia dell'umanità. E magari con un pò di gratitudine, che senza i vetturini in passato non sarebbe stato possibile spostare merci e persone. Chi si dimentica delle proprie origini e della propria storia, crea solo danni e non progresso.