La caratteristica che appare più clamorosa degli animali selvatici, rispetto ai domestici, è la capacità di spostarsi nell’ambiente in cui vivono a libero arbitrio.
In realtà non tutti gli animali sono dotati di grande capacità di movimento, i cavalli sì, possono spostarsi di più di una dozzina di kilometri al giorno, solo per inseguire i pascoli migliori e per non farsi localizzare dai predatori, ma anche per scegliere il compagno con cui accoppiarsi.
Gli equidi sono in grado di convivere pacificamente con le altre specie, con le quali in natura condividono frequentemente habitat e risorse, quasi a formare branchi misti, che hanno anche lo scopo di difesa da predatori comuni: anche in questo caso l’unione fa la forza. Basti pensare a come le zebre, in Africa, si muovano con le gazzelle, giraffe e altri animali.
I cavalli in natura non girano in branchi di grandi dimensioni, per questo sono favorevoli a condividere l'habitat con mandrie diverse, dalle quali si tengono a relativa distanza. Possono essere branchi di altri cavalli, o di altri animali, a seconda di cosa offre l'habitat.
Le fattrici strette da legami parentali vivono con la loro prole, formando il nucleo del branco, cui gravita intorno lo stallone alpha. Più lontano c'è il branco degli scapoli che funge da satellite desideroso di attirare nella propria orbita una fattrice magari espulsa, o fuggitiva, con la quale lo scapolo dominante comincerà un nuovo branco.
I membri di un branco di cavalli non sono semplicemente animali di gruppo con mentalità da gang. I ricercatori hanno scoperto che, come per gli esseri umani, i singoli legami all'interno delle bande possono essere più importanti dell'identità di gruppo. Questi legami sono talvolta basati su consanguineità, ma spesso si basano solo su preferenze individuali. Queste preferenze possono cambiare e variare nel tempo: le amicizie vanno e vengono, i puledri crescono e partono per vivere altrove, le relazioni maschio/femmina a volte funzionano e altre volte no. Di conseguenza, la vita sociale dei cavalli è altamente dinamica e per nulla statica.
In effetti, l'osservazione a lungo termine di questi animali in natura è più esaltante di una telenovela. C'è un sottofondo costante di discussioni, di manovre per posizione e potere, di lotta sullo spazio personale, di lealtà e tradimento.
Le ultime indagini etologiche - vale a dire studi obiettivi sul comportamento in condizioni naturali - mostrano che queste dinamiche di potere sono più complicate di quanto si pensasse in precedenza. Il punto di vista convenzionale che un branco corrisponda ad un harem consistente in uno stallone dominante, maschi e femmine adulti subordinati e prole, è oramai stato superato.
Le ricerche più recenti hanno dimostrato che questa visione stallone-centrica è sbagliata. Lungi dall'essere subordinate allo stallone, le fattrici decidono da sole il da farsi, tutt'al più seguendo le direttive della matriarca. Gli stalloni sono spesso poco più che "impiegati" per la difesa esterna. Le giumente possono tranquillamente ignorare lo stallone, che torna comodo nel periodo riproduttivo.
Le cavalle hanno talvolta preferenze di stallone. Resistono ai maschi che non amano con persistenza, anche quando quel maschio si è affermato come stallone alpha del branco di giumente. Quando uno stallone si indebolisce o invecchia, le femmine non si fanno scrupolo ad escluderlo per sostituirlo con uno più aitante.
Per questo il branco degli scapoli sta sempre intorno satellite e attento alle dinamiche del gruppo delle femmine. Ci vuole poco perché una o più femmine baldanzose decida di lasciare la propria sorority per mettersi in proprio con uno stallone alternativo.
Tutto questo è assai funzionale al mantenimento della specie, e alla sua forza, perché limita la consaguineità. Il diverso attira e attizza, e le giumente non si fanno scrupolo ad abbandonare il loro branco per un bel playhorse che individuano non troppo distante e che lancia messaggi di disponibilità.
Fino a quando gli scienziati non hanno applicato tecniche di ricerca etologica ai cavalli, pochi osservatori hanno creduto che le giumente fossero capaci di tanti inganni, tradimenti, indipendenza.
Osservando più da vicino, e senza paraocchi di voler fornire una narrativa maschilista come si faceva comunemente nei tempi passati, ove era obbligo sociale, politco ed economico, farlo, si è scoperto che le cavalle, a differenza degli stalloni, non hanno bisogno di chissà quali lotte per ottenere quello che vogliono. Trovano ampiezza di maschi disponibili e scelgono a piacimento. Non sono necessariamente monogame e negli anni possono cambiare beniamino. Studiando da vicino i cavalli selvatici, si è scoperta anche la persistenza di amori di lunga data, con femmine che abbandonano il branco principale per ricercare il loro amore di gioventù, non più maschio dominante ma affluito oramai nel branco degli scapoli.
Le femmine, apparentemente, sono abbastanza libere di scegliere il maschio che vogliono.
Ben poco può fare lo stallone dominante per impedire che esse si allontanino. La sua funzione di guardiano esterno del branco, gli impedisce di andarsene a inseguire una femmina ribelle che ha voglia di farsi le sue avventure. Inoltre, poco potrebbe un maschio alpha a fronte di un branco di cavalli maschi scapoli satellite che ben volentieri accompagna la fuga di una cavalla dal suo branco di origine. Sarebbe uno scontro impari, e per che cosa? Finché ci sono femmine che lo vogliono, il maschio alpha non si risente particolarmente che una abbia preferenze diverse.
In ogni caso la regola è che non esistono regole. I ricercatori sul campo hanno scoperto il flusso e riflusso delle alleanze, un sistema sociale che fino a poco tempo fa si riteneva proprio solo dei primati, ma in realtà accomuna anche i cavalli e li rende assai più vicini all'essere umano, il cui modus operandi tipico è dettato da una buona dose di individualismo.
Reality "Grande Sorella" addio, molto meglio l'horse-watching per scoprire tresche, tradimenti, amori di lungo corso, flusso e riflusso di alleanze, il tutto in chiave molto moderna, con femmine eroine astute, coraggiose e sognatrici, tutt'altro che sottomesse o sesso debole.
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