L’estrema siccità che ha colpito l’Arizona, soprattutto in queste settimane, ha portato alla morte circa 191 cavalli nel lago di Grey Mountain, a nord dello Stato americano. Lo ha dichiarato il vice presidente della riserva Navajo, Jonathan Nez: «Questi animali stavano cercando acqua per sopravvivere - ha detto - ma sfortunatamente hanno scavato nel fango e non sono più potuti scappare perché erano molto deboli». Nina Chester, assistente del personale per l’ufficio di Nez e del presidente di Stato, ha fatto sapere che «i cavalli verranno seppelliti sul posto dato che la calce idratata accelererà il loro processo di decomposizione». 

636608905449341329 AP 18122839362200Gli animali giacciono in circoli ben curati attorno allo stagno che avrebbe dovuto sostenerli, mentre la temperatura della primavera saliva e l'acqua diventava più difficile da trovare. Quindi, i poveri cavalli sono crollati nel fango, esausti e indeboliti dalla disidratazione. 

Secondo i leader tribali, i cavalli deceduti sono vittime anche della sovrappopolazione e della correlata diminuzione di risorse idriche. Un problema annuale che va peggiorando, a fronte di una popolazione selvatica cresciuta fino a 70.000 unità nella riserva.

Non va dimenticato che la California ha avuto una serie di stagioni drammatiche, con siccità e incendi, e che il New Mexico e l'Arizona sono ancora alle prese con un'intensa scarsità d'acqua.

"Questo tragico incidente esemplifica il problema che la nazione Navajo affronta con la sovrappopolazione di cavalli selvaggi", ha detto Russell Begaye. Funzionari federali e tribali hanno iniziato la macabra impresa di sbarazzarsi dei loro resti, spargendo calce idrata sugli animali prima di seppellirli. "Questa è l'opzione più umana e sicura", affermano i leader Navajo.

Il piano è quello di coprire completamente lo stagno, reindirizzando i suoi scarsi flussi d'acqua altrove.drought horse small
La siccità che ha colpito in questi mesi gli Stati Uniti non ha come vittime solo i cavalli. A marzo è stata dichiarata l’emergenza, mentre più di recente oltre sei milioni di persone in Arizona, quasi l’intera popolazione dello Stato, ha risentito del problema. Secondo il programma americano “National Integrated and Drought Information System”, circa il 50% degli abitanti è in condizioni estreme di siccità. 
 
Acqua perduta
 
La verità che si nasconde sotto alle montagne, ai canyon, ai laghi e alla scacchiera che un tempo era il Far West, che comprende oltre all'Arizona gli stati limitrofi, disegna uno scenario più fosco delle peggiori previsioni. Uno studio della Nasa di fine luglio ha lanciato un allarme che riguarda il sottosuolo. Secondo il report, pubblicato online sul Geophysical Research Letters, il Colorado, i cui affluenti dovrebbero irrigare tutta la zona, è la sorgente più saccheggiata del mondo. Il 76% di questa massa "rubata" apparteneva alle acque di falda freatica, quella del sottosuolo. Il fiume (lunghezza 2334 km; bacino 676.000 km²), che svolge quasi interamente il suo corso negli Stati Uniti sudoccidentali, tributando al golfo della California (Oceano Pacifico) dopo aver solcato per un breve tratto (145 km) il Messico, nasce nel Rocky Mountains National Park (nello Stato del Colorado) e attraversa, con un corso orientato in prevalenza verso sud ovest, gli Stati del Colorado, dello Utah e dell'Arizon,a segnando in gran parte il confine di quest'ultimo Stato con il Nevada e la California; entrato quindi nel Messico, tra gli Stati di Baja California e Sonora, sfocia infine nel Golfo della California con un ampio delta.
 
Il corso del Colorado, un tempo soggetto a piene e inondazioni, è stato regolato mediante un sistema di dighe, bacini artificiali e opere di canalizzazione, per utilizzare le acque per l'irrigazione, la produzione di energia elettrica e l'approvvigionamento idrico di vaste regioni.
 
Di acqua per le popolazioni di animali selvatiche ne rimane ben poca
 
Come se non bastasse, come rivela il consiglio della difesa delle risorse naturali (Natural Resources Defense Council) il bacino del Colorado, che si estende dal Wyoming al Messico, è il centro del più intenso cambiamento climatico degli Stati Uniti Occidentali. Dagli anni settanta l'aumento della temperatura ha contribuito a un più rapido scioglimento delle nevi che ha portato al riscaldamento di molte aree contigue al bacino idrografico del Colorado, negli Stati Uniti. Come risultato, il volume di acqua nel bacino idrografico è diminuito, mentre le esigenze d'acqua per irrigare i terreni coltivati, per la produzione di energie elettrica e l'approvvigionanamento idrico per gli umani sono aumentate.
 
In questa situazione, c'è ben poca speranza per i cavalli, e non solo loro, della Riserva Navajo dell'Arizona.