Lo scorso 30 maggio, alle 6:30 circa, a Camporotondo Etneo (CT) ha avuto luogo una corsa clandestina tra due calessi trainati da cavalli, a cui hanno assistito centinaia di persone sia lungo il percorso sia, fatto di rilievo, a bordo di motocicli che scortavano la gara, ma a velocità sostenuta e a ridosso dei cavali.

Tali competizioni illegali sulla pubblica via, come noto, oltre a esporre a seri rischi l’incolumità pubblica e a determinare un blocco totale della circolazione stradale, causano gravi sofferenze al cavallo, obbligato a gareggiare in luoghi non idonei e insicuri, a cominciare dalla sede stradale asfaltata e, peraltro, caratterizzata dalla presenza di diversi dislivelli, con il grave rischio di infortuni. A aggravare la situazione, decine di motocicli a ridosso dell’animale, l’uso continuo del clacson, le urla e le molteplici frustate inferte all’animale per spronarlo.

I poliziotti del commissariato Librino acquisita la notizia nell’ambito delle costanti attività investigative, hanno ricostruito la vicenda, attraverso articolate e complesse indagini, partite dall’acquisizione dei video, che riprendono la gara, divenuti, nel frattempo, virali sul web e sui vari social (Tik Tok, Facebook, Instagram e non solo), in cui oltre a trovare conferma su quanto avvenuto, si riconoscono, chiaramente, i due fantini, uno dei quali storico e “vincente” fantino che a tutt’oggi ha un ruolo centrale nell’ambito delle competizioni illegali tra cavalli.

Durante le operazioni di polizia è stato anche individuato un noto pluripregiudicato appartenente a un nucleo familiare che percepisce il reddito di cittadinanza e che, in occasione della corsa in questione, senza casco e in totale violazione delle norme previste dal codice della strada, si trovava, a gran velocità e con manovre pericolose, “in prima fila”, davanti ai cavalli in corsa e ai tanti ciclomotori, come a guidare il “corteo”: l’uomo, in seguito a un controllo nella sua stalla abusiva, è stato indagato in stato di libertà per furto aggravato di energia elettrica e gli sono stati contestati altri svariati illeciti.

In relazione ai fantini che hanno condotto i rispettivi calessi, entrambi con precedenti penali o di polizia, sono stati indagati in stato di libertà per maltrattamenti di animali con l’aggravante di averli fatti correre in condizioni di pericolo: uno dei fantini ha anche dichiarato di avere guadagnato 1300 euro in nero per 2 ½ minuti di gara, a fronte del Reddito di cittadinanza di cui è titolare.

Vista la gravità dei comportamenti e la pericolosità sociale dei protagonisti della vicenda, d’intesa con la Divisione Anticrimine della questura di Catania, il questore ha applicato, a tutti e 3 la misura di prevenzione dell’avviso orale che, come noto e in presenza dei presupposti, potrà essere aggravata dalla sorveglianza speciale con obbligo di permanenza in casa la sera e la notte.

Nell’ambito degli accertamenti svolti sulle gare clandestine, inoltre, i poliziotti del commissariato Librino e della squadra del Reparto a Cavallo dell’Upgsp hanno sequestrato penalmente un manufatto realizzato illegalmente sul terreno del Comune di Catania. Nella circostanza è stato anche accertato il furto dell’acqua mediante allaccio diretto alla rete idrica con una deviazione idraulica dalla fontana insistente sulla strada pubblica. All’interno della struttura, è stata allestita una stalla senza codice aziendale dove si trovavano due cavalli (un pony e un puledro) detenuti in condizioni incompatibili con la loro natura tali da creare loro gravi sofferenze. La stalla era fatiscente, angusta e, tra l’altro, con il tetto in lamiera che, come noto, con il caldo estivo crea un clima arido che mal si concilia con il benessere del cavallo: ciò posto, entrambi gli animali sono stati sequestrati penalmente e trasportati in un luogo idoneo e il responsabile è stato indagato in stato di libertà per maltrattamenti di animali, furto di acqua e invasione di terreno pubblico. Entrambi i cavalli erano sprovvisti di microchip e privi di test di coggins; pertanto, verranno applicate sanzioni per circa 20mila euro.

Le risultanze degli accertamenti compiuti verranno condivise con la Guardia di Finanza, l’Agenzia delle Entrate, l’Inps, e l’Asp Veterinaria.