È una voce flebile quella che parla, ma è la voce di chi comincia a farsi soggetto del proprio parlare. È la voce dei pazienti della Terapia con il Mezzo del Cavallo. Tutti i bambini, ragazzi, adolescenti e adulti che negli anni hanno costruito la loro relazione terapeutica con l’amico cavallo.

Da metà marzo sono chiusi in casa, tutti dicono che bisogna stare a casa e loro sono bravi e “capiscono”.. ma continuano a chiedersi dove sono i loro amici di sempre? Quegli amici che senza pregiudizio hanno garantito uno spazio per le loro emozioni, le loro risate, le loro difficoltà facendoli sentire più forti, più desiderosi di fare, più attivi o più tranquilli. Ogni conquista, per quanto apparentemente piccola, è un passaggio importantissimo per ciascuno di questi grandi eroi.

Ognuno si è ingegnato come riusciva per recuperare in molti ambiti di vita (la scuola, gli hobby etc.): ma il vuoto dato dall’assenza del cavallo rimane uno spazio incolmabile.

La comunicazione empatica ed il coinvolgimento emotivo essenziali nello sviluppo del bambino sono venuti meno e senza sostituti. Gli interventi terapeutici strutturati attraverso strategie definite con obiettivi chiari ma basato sull’interazione topo-ludica, sono alla base della nostra filosofia di lavoro, anche quando siamo in maneggio.

In questo momento di forte restrizione relazionale ed interattiva rischiamo di diventare tutti più chiusi, ma i nostri ragazzi non possono accettarlo a lungo, si ribellano, stanno male, soffrono senza schermi protettivi. Sono spesso urla senza voce, come l’urlo di Munch: una sofferenza profonda e sola. Ma, nel nostro caso, la natura è in ascolto e pronta a mettersi in moto per supportarci: “il cavallo ti aspetta” dico ai ragazzi quando li sento in questi giorni. E le mamme che continuano a dirmi: “continua a chiedermi quando si torna a cavallo”.

Si, perché anche M. che non dice quasi nulla, assente nella vita relazionale, batte i piedi e chiede “cavallo?”… vogliamo ridare a queste persone non solo la gioia di rivedere i loro cari amici, potendolo fare perché non vi sono pericoli legati alla situazione Covid19 che non si possano gestire, ma vogliamo restituire la dignità del loro percorso di crescita, di sviluppo, di divenire “soggetto” e protagonista della propria vita.

La Terapia con il mezzo del Cavallo è una terapia a tutti gli effetti, riconosciuta come tale dal Ministero della Salute.

Il cavallo la cui presenza sollecita sentimenti ed emozioni intense, rappresenta la possibilità di una relazione senza pregiudizi che accompagna ad acquisire l’esperienza del proprio corpo a contatto con un altro corpo. In generale, le possibilità che offre questo intervento sono molteplici, la persona sa di avere uno spazio entro cui potersi muovere e confrontare, con l’ambiente circostante, con sé stesso e con gli altri attraverso il cavallo e la strategia terapeutica. Per tutti i nostri pazienti del Centro Clinico Stella Polare speriamo di poterci presto incontrare assieme anche ai nostri amici cavalli. I nostri Maneggi di riferimento (West Point di Grumolo delle Abbadesse, Villa Vanna a Salboro e Ippogrifo di Peseggia, per citare i veterani) stanno tenendo duro e con fatica, ma sono pronti a riaccoglierci perché quando arriviamo noi arriva anche la gioia di vivere e di stare insieme. E quando tutto ripartirà noi vi aspettiamo a braccia aperte per mostrarvi il nostro lavoro, la nostra passione e l’amicizia che ci lega al cavallo.

Noi per maggio siamo pronti a partire! È tutto pronto: sotto le mascherine grandi sorrisi e tutta la nostra professionalità con un piano d’azione molto definito per riprendere le attività.

Dott.ssa Caterina Santaniello

Psicologa-Psicoterapeuta

Padova