Denutriti, trasportati in condizioni drammatiche, malati e uccisi per una carne non adatta al consumo. Questo il giro d'affari e maltrattamenti che un'organizzazione criminale di base spagnola aveva messo su per un introito di 4.500.000 euro
A sgominare il traffico clandestino la Guardia Civil e l’Europol (agenzia di polizia dell'Unione europea per la lotta al crimine nel territorio degli Stati membri). Sottoposti a sequestro circa 80 cavalli.
E’ stata anche sequestrata più di mezza tonnellata di carne contaminata, destinata al mercato spagnolo, belga, tedesco e italiano. L’Italia è uno dei paesi europei in cui si consuma più carne equina e la gran parte arriva da animali vivi trasportati dai paesi dell'Est con viaggi estenuanti e dolorosi.
L'organizzazione spagnola aveva basato il suo traffico sulla compravendita di cavalli non in perfetta salute, a volte malati, in una "fattoria" in provincia di Valencia. Sono state arrestate 35 persone per riciclaggio di denaro, maltrattamento di animali, reati contro la salute pubblica e falsificazione documenti. Infatti, con l'aiuto di veterinari compiacenti, manipolavano la registrazione degli animali falsificando la documentazione che li riguardava.
I criminali trovavano i cavalli in tutta la Spagna anche gratuitamente o al massimo pagandoli 100 euro. Il trasporto clandestino avveniva in condizioni di sofferenza e degrado, gli animali non avevano accesso a cibo o acqua, e la banda era riuscita così a mettere su un giro di circa 4.500.000 euro.
L'attiva cooperazione internazionale ha portato poi ad altri sei arresti effettuati dalla polizia federale belga. I sospetti coinvolti nella rete criminale avevano funzioni diverse: chi si occupava della macellazione senza i controlli, veterinari che falsificavano i documenti, i trasportatori e le macellerie che vendevano la carne.