Pompei. Per la prima volta è stato realizzato il calco intero di un cavallo, il cui solco organico che ha permesso la ricostruzione, è stato rinvenuto presso una villa che sorgeva fuori la cinta muraria di Pompei. A trovare il nuovo sito di scavo, non sono però stati archeologi della soprintendenza, bensì dei tombaroli, fortunatamente scoperti e denunciati.
Un "ritrovamento eccezionale che sta facendo il giro del mondo", ha commentato il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini. "Un’operazione che ha visto il lavoro di squadra del Parco Archeologico di Pompei, della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, del Comando Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri, e che conferma la forza del sistema italiano nel contrasto al traffico illecito di opere d’arte. Un ringraziamento particolare a tutti i professionisti della tutela del ministero dei beni culturali, che a Pompei stanno ottenendo grandi risultati utilizzando le tecniche tradizionali e sperimentandone di nuove. Di loro si sta parlando con ammirazione in tutto il mondo", ha concluso il ministro.
La scoperta della villa suburbana sommersa dai detriti è avvenuta nell’area di Civita Giuliana, nella zona Nord, fuori le mura del sito archeologico di Pompei, dove erano stati intercettati i cunicoli clandestini utilizzati dai tombaroli. Tra gli ambienti individuati è emersa appunto una stalla con resti equini. La tecnica dei calchi ha permesso di identificare una mangiatoia la cui struttura, probabilmente costruita in materiale deperibile, è ancora visibile unicamente grazie al calco in gesso. Allo stesso modo, il vuoto causato dal deperimento di materiale organico all’interno dello strato denominato 'tuono', ha consentito la realizzazione del calco in gesso di un cavallo a figura intera.
Di che razza fosse non è noto. Da un’analisi preliminare, basata su morfologia della sagoma, proporzioni e altezza al garrese (misurata all'incirca in 150 cm), è comunque certo si tratti di un cavallo, e non di un mulo o asino.
I cavalli dei tempi che furono erano di taglia ridotta rispetto a quelli attuali, quindi l'altezza di questo cavallo, e la sovraimpressione nel calco di finimenti borchiati, ovvero di lusso, sembrano delineare che il soggetto fosse di valore per i proprietari, di quei cavalli utilizzati probabilmente per gare e spettacoli. Nella scuderia, sono stati rinvenuti anche i resti di altri equini.
Cavalli di pregio erano, oggi come allora, indicatori della ricchezza del padrone, che sceglieva i soggetti per la loro imponenza e genealogia e li rivestiva di finimenti di lusso per accentuare lo status.
Nell’eruzione di Pompei del 79 d.C. sono morti molti animali, insieme ai loro proprietari. Tra questi molti equini, allora fondamentali per gli spostamenti a medio e lungo raggio di merci e persone, oltre che impiegati per sport e intrattenimento. E' la prima volta, però, che gli archeologi addetti alla ricostruzione di Pompei e dei suoi abitanti ad eterna memoria, riescono a realizzare il calco intero di un cavallo.