Un cavallo di razza anglo arabo sardo, di nome Aresb, di cui non è stata perfezionata la vendita, è conteso dalla sua proprietaria legittima, Chiara Ottenga, che ne reclama la restituzione in luogo del fatto che il cavallo era stato consegnato, ma mai venduto formalmente, visto che non è stata incassata la somma pattuita e quindi la proprietaria non ha registrato il passaggio di vendita.
La persona a cui è stato consegnato il cavallo lo ha poi trasferito, senza esserne il proprietario anagrafico, a una terza persona, e il cavallo risulta iscritto alle batterie di allenamento per concorrere al Palio di Legnano che si terrà nel maggio 2022.
La proprietaria sta agendo per vie legali per ottenere ragione sulla restituzione del cavallo di cui contesta l’appropriazione indebita.
A tal proposito, ha già sporto denuncia dai carabinieri e avvisato sia il Mipaaf (l'ente deputato al registro dei passaggi di proprietà dei cavalli di razza anglo araba sarda) sia il nuovo detentore, oltre a quello a cui aveva ceduto il cavallo in prova, di volere indietro Aresb e di non essere d'accordo che il cavallo sia fatto correre per gli allenamenti e poi per il Palio medesimo se si qualificasse.
In tutto questo, al di là di quello che poi deciderà la magistratura sull'appropriazione indebita, sul pagamento non perfezionato e sul fatto che chi non ha finito di pagare un cavallo, a sua volta lo abbia venduto a terzi, rimane un dato sconcertante:
Come il Palio di Legnano possa ammettere cavalli in allenamento, e poi in corsa, senza il consenso informato e quindi la certificazione di tale consenso del proprietario anagrafico. Siamo andati a spulciare il regolamento del Palio, e in effetti non abbiamo trovato una clausola simile, che c'è ad esempio per il Palio di Siena. Sarebbe di fondamentale importanza che l'ordinanza sui Palii nazionale, obbligasse chi organizza tali manifestazioni a controllare il registro anagrafico dei cavalli e ponesse come sine-qua-non per la partecipazione dei cavalli agli allenamenti e corse, il consenso informato del titolare della proprietà del cavallo, questo a scanso che possano partecipare alle gare cavalli rubati, cavalli sostituiti e che sia possibile, in caso di doping o altri reati di maltrattamento, idenfiticare meglio i responsabili.
Immaginiamo ora che, come succede di solito, la giustizia sia lenta, e che entro maggio non ci sia una prima udienza civile sulla presunta appropriazione indebita di Aresb. Poniamo che il cavallo si incidenti e muoia in corsa, che le associazioni animaliste italiane si infervoriscano e chiedano accertamenti penali. A quel punto, l'organizzazione del Palio, la contrada o chi per loro, come giustificherebbero l'aver permesso ad un cavallo di correre, senza accertarne la proprietà legittima, e in presenza di una diffida della proprietaria anagrafica, inviata dal suo avvocato, a far concorrere ed allenare il cavallo per tale manifestazione?
Tutto ciò premesso, ci pare doveroso che il Ministero della Salute intervenga a emendare quanto prima l'ordinanza sulle manifestazioni storiche per la partecipazione dei cavalli a palii, giostre e quintane, chiedendo che solo cavalli accompagnati dal consenso informato dei titolari anagrafici possano concorrere. Ci sembra inoltre doveroso che il magistrato sequestri il cavallo fino alla fine della controversia, sia essa un accordo extragiudiziale tra le parti, o l'esito del procedimento giudiziario.