Budweiser accetta di porre fine alle mutilazioni dei cavalli di Clydesdale dopo mesi di proteste degli animalisti.
Gli attivisti animalisti festeggiano una recente vittoria dopo mesi di proteste, chiedendo ad Anheuser-Busch di fermare il maltrattamento dei loro cavalli Clydesdale. Questi famosi cavalli sono stati utilizzati come logo Budweiser per quasi un secolo.
People for the Ethical Treatment of Animals, noto anche come PETA, ha guidato le proteste dopo che le loro indagini hanno rivelato questa pratica antica o oggi controversa. L'indagine ha scoperto che Anheuser-Busch praticava la caudectomia, amputando il coccige, dei cavalli in modo che sembrassero in un certo modo mentre trainavano il carro. Ma il 20 settembre, la PETA ha annunciato che la campagna e la protesta hanno dato i loro frutti.
Questa vittoria per gli attivisti animalisti arriva dopo mesi di campagne a livello nazionale, proteste e sostenitori che hanno inviato oltre 120.000 e-mail.
Secondo un articolo della NPR, l’azienda produttrice di birra avrebbe affermato di aver interrotto la pratica del taglio della coda equina all’inizio di quest’anno. La tradizione di tagliare la coda di un cavallo è nata come un modo per evitare che la stessa si impigli nei finimenti o nell'attrezzatura, ma oggi viene eseguita principalmente per scopi cosmetici. La caudectomia è condannata dall'American Veterinary Medical Association e dall'American Association of Equine Practitioners.
La coda di un cavallo è molto importante e ha diversi scopi: protezione dalle mosche e linguaggio del corpo. Un cavallo può usare la coda per evitare di perdere calore dall'area sotto la coda. Potrebbero anche portare la coda tra le gambe per coprire l'inguine o la mammella. Quando l'estate arriva e le mosche sono in giro, i cavalli possono usare la coda per scacciarle. E proprio come i cani, le diverse posizioni della coda possono mostrarci come si sentono.
Per questo oggi la pratica della caudectomia è oggi considerata un abuso, visto che basta intrecciarla o proteggerla altrimenti per evitare che i crini si impiglino quando il cavallo è attaccato a una carrozza.