Delusa e amareggiata la mamma della minore violata dall'oramai ex istruttore FISE, oramai ex carabiniere forestale.

Schifata da persone che salgono sul carro del vincitore come denuncianti, e anche dal comunicato stampa della FISE.

Ci si scorda, afferma la madre, che tutto questo è stato possibile solo per il SUO coraggio, e il coraggio di SUA figlia, di denunciare alla giustizia ordinaria, senza il cui processo e sentenza passati in giudicato, la radiazione non sarebbe stata possibile.

Non sono state madre e figlia a chiedere la giustizia sportiva della FISE.

E non apprezzano comunicati stampa, ringraziamenti vari apparsi sui social, senza pietà e senza sobrietà per le vittime. Senza una parola onesta sul fatto che tutto questo era evitabile.

Chi oggi grida alla vittoria, se avesse fatto la denuncia in giustizia ordinaria o sportiva a suo tempo, quando almeno un'altra minore è stata coinvolta, sua figlia non avrebbe passato l'inferno e oggi non sarebbe alla gogna mediatica, non ringraziata da nessuno, perché sul carro del vincitore salgono, impropriamente, alcuni dei personaggi che avrebbero potuto evitarle le violenze.

Ora prega che cali il sipario su questa triste pagina, non tanto degli sport equestri italiani come dichiara il comunicato stampa della FISE, ma della vita sua e di sua figlia.

Le vittime pretendono rispetto. E dalla FISE, che dovrebbe tutelare i minori, si aspettavano che fermasse prima il personaggio, dati i precedenti, e almeno una sentenza che omettesse i particolari della violazione.

Stop ora alle campagne consensi sui social sulle lacrime di sua figlia.