Quargnento, provincia di Alessandria, la cascina esplosa in modo doloso, che ha prodotto il 5 novembre 2019 la morte di 3 vigili del fuoco, faceva parte di un maneggio, ed era in vendita da almeno 2 anni.

Il proprietario della magione, Giovanni Vincenti, è già stato sentito dalle forze dell’ordine insieme alla moglie. Il casale occupava una superficie totale di 30 mila metri quadrati che comprendevano scuderie per cavalli, campo in sabbia, tettoia, abitazione padronale.

Ecco come appariva il casale di Quargneto, nell’alessandrino, prima dell’esplosione. L'immagine era stata postata online dal proprietario Gianni Vincenti per attirare possibili compratori: «Bella proprietà di 30.000 mq tutti recitanti, scuderie per cavalli, campo di sabbia, casale padronale di 550 metri quadri più casa depandance di 160 mq, tutto ristrutturato»

Il proprietario dell'allevamento, 55 anni, imprenditore di origini pugliesi, aveva acquistato l’azienda agricola 23 anni prima per realizzare il suo sogno di maneggio e allevamento di cavalli da concorso. Il progetto però non era andato a buon fine. Nel 2011 il circolo ippico Rivabella era stato in parte venduto in quello che si chiama ora Duende Centro Ippico, ma rimaneva l'attività di commercio di cavalli sportivi con il figlio, che Giovanni voleva divenisse un campione di sport equestri. Le cose non avevano funzionato e nel 2017 la decisione di vendere il restante della proprietà e di andare via da Quargnento.

Truffa all'assicurazione

Vincenti, il proprietario della Cascina, avrebbe confessato al procuratore capo di Alessandria, Enrico Cieri, di avere difficoltà economiche per le quali voleva far esplodere la cascina per incassare i soldi dell'asssicurazione.

Questioni di cavalli e debiti insoluti erano sin dall'inizio una delle piste di indagine.

Aggiornamento al 23 luglio 2020: il processo

L’uomo, prima di confessare, aveva anche cercato di far ricadere la colpa del gesto su un vicino di casa. La moglie, a cui era intestata la polizza che prevedeva anche la copertura dell’immobile da incendi e esplosioni causati da terzi, invece era stata indagata in stato di libertà. Secondo le indagini la coppia era insieme quando le bombole erano state acquistate, così anche quando erano state tagliate le grate. Infine la donna sapeva della prima esplosione nella cascina di Quargnento e, così come il marito, non aveva fatto nulla per evitare la strage.

Giovanni Vincenti e Antonella Patrucco, coniugi, sono stati quindi condannati con rito abbreviato - che prevede lo sconto di un terzo della pena - per crollo doloso, truffa e lesioni a 4 anni. Il pm ne aveva chiesti 12. Causarono l'incendio per ottenere i soldi dall'assicurazione. L’11 settembre, in Corte d’assise, si terrà il processo a loro carico per omicidio plurimo doloso aggravato: nello scoppio morirono tre vigili del fuoco.