Premio delle Maschere funestato, domenica 23 febbraio all'Arcoveggio di Bologna, per la morte di un cavallo di 4 anni, a nome Zeromania Rek, guidato dal driver Virzì Francesco.
Il cavallo ha fatto emorragia ed è deceduto per arresto cardiocircolatorio al termine della corsa.
Come al solito nessun accertamento maggiore sul cavallo, per capire se era pronto a sostenere quel livello di agonismo, o se era un azzardo per la sua salute e la sua vita farlo correre. E, forse ancora peggio, nessuna risoluzione da parte del Mipaaf per prevenire le morti bianche nell'ippica, qualificate come danni collaterali, nulla altro, per animali non considerati senzienti ma alla pari di cose: prodotti, che come tali si possono rompere, per essere rimpiazzati senza nostalgia e senza rimpianti.
Non c'è tutela per i cavalli agonisti, in mancanza di controlli preventivi sul loro stato di salute per poter competere, esercitati da enti terziari in grado di garantire al pubblico il non conflitto di interesse.
Per i cavalli da corsa, o da concorso, non c'è obbligo di certificato medico di buona salute per l'agonismo, su base annuale, come è invece obbligo per gli umani che vogliono darsi allo sport.