Potranno essere prescritti a “condizione che contengano il medesimo principio attivo” del medicinale veterinario. Secondo il ministero della Salute, possibili risparmi fino al 90%

Per contenere i costi delle cure, il medico veterinario potrà prescrivere agli animali un farmaco a uso umano, a condizione che contenga lo stesso principio attivo. È quanto prevede un decreto firmato dal ministro della Salute, Roberto Speranza. Un provvedimento richiesto dall’ultima legge di Bilancio, che era atteso entro il 31 marzo.

Il decreto (di cui non si conosce ancora il testo)  prevede che il veterinario possa prescrivere medicinali per uso umano per la cura degli animali domestici “a condizione che tale medicinale contenga il medesimo principio attivo del medicinale veterinario”. È dal 2006 che – sottolinea il ministero in una nota – “associazioni animaliste, parlamentari, consiglieri regionali e comunali di diverso orientamento politico hanno sostenuto questo obiettivo, denunciando prezzi troppo elevati dei farmaci veterinari che spesso sono la causa dell’abbandono degli animali”.

Speranza: “Un provvedimento di equità atteso da anni”

“Si tratta di un provvedimento di equità atteso da anni da milioni di cittadini. Una scelta che consentirà di garantire con più facilità le cure agli animali da compagnia e un risparmio importante per tante famiglie italiane e per le strutture che si occupano di cani e gatti. Prendersi cura sempre meglio della salute degli animali da compagnia, non è solo un gesto d’affetto e di riconoscenza. Significa garantire una importante funzione relazionale e sociale che gli animali svolgono verso gli umani e tutelare la salute seguendo l’ottica One Health, un approccio che tiene insieme il nostro benessere, quello degli animali e quello dell’ambiente”.

Cosa prevede la legge di Bilancio 2021

Il comma 478 della legge di Bilancio 2021 ha introdotto una modifica al decreto legislativo 193/2006, che ha recepito il Codice comunitario dei medicinali veterinari attuando la direttiva 2004/28/CE. Un intervento che riguarda il cosiddetto “uso in deroga” di farmaci umani da impiegare per gli animali d’affezione (ne abbiamo scritto sul numero 7 di Animal Health, ndr). Il decreto, secondo le intenzioni del legislatore, deve individuare i casi in cui “il veterinario può prescrivere per la cura dell’animale, non destinato alla produzione di alimenti, un medicinale per uso umano, a condizione che lo stesso abbia il medesimo principio attivo rispetto al medicinale veterinario previsto per il trattamento dell’affezione”. Tutto questo, però, “fermo restando il principio dell’uso prioritario dei medicinali veterinari per il trattamento delle affezioni delle specie animali e nel rispetto delle disposizioni dell’ordinamento dell’Unione europea in materia di medicinali veterinari” e “tenuto conto della natura delle affezioni e del costo delle relative cure”. Secondo la legge di Bilancio, il decreto definisce anche le modalità con cui Aifa può sospendere l’uso di un farmaco umano in veterinaria per prevenire situazioni di carenza.