Le malelingue dicono che qualcuno forse ha sbagliato mix, che Tornasol potrebbe essere stato innervosito da qualche ricostituente. I contradaioli negano. Intanto, la Procura ha annunciato che sta indagando e che ha inviato i carabinieri-forestali ad effettuare alcune analisi ematiche proprio su Tornasol, per verificare le cause del suo rifiuto.
Tornasol, il cavallo che si è rifiutato di correre il Palio di Siena di luglio 2017, ha un gran primato. Ha fatto giurisprudenza perché per la prima volta nella storia del palio senese è stato deciso che un cavallo stressato e non infortunato non corresse. Un provvedimento per salvaguardare l’animale ed evitargli rischi, dopo che ha tenuto impegnata l'attenzione delle cineprese e della folla per oltre un'ora di bizze alla partenza.
Tornasol è diventato così il cavallo simbolo della resistenza animalista ai palii, in cui i cavalli troppo spesso si infortunano, talvolta muoiono, e non corrono di certo per libero arbitrio o per divertirsi, come il caso di Tornasol mette in luce.
D'altra parte i tempi sono cambiati, come lo è la percezione da parte del pubblico degli eventi che coinvolgono animali.
Un tempo le corse di cavalli piacevano. Il pubblico puntava sul binomio cavaliere-cavallo, ci vedeva qualcosa di eroico che oggi sfugge. Tutto si è imbastardito. I vari "spettacoli", palii e corse, si sono avviliti da scandali: casi di doping, casi di cavalli morti, casi di cambi di identità dei cavalli, casi di zoomafia che decide a tavolino chi vince e chi perde, casi di maltrattamento e un pubblico di fan rimasto che è sempre più litigioso e volgare e allontana il pubblico generico da queste manifestazioni.
Basta vedere gli ippodromi. Gli irriducibili, frequentatori delle piste, ma ancor più delle sale corse, si assottigliano ogni anno di più nell'indifferenza generale. Del resto, su cosa si dovrebbe puntare? Come si fa a pensare che, nel 2017, possa ancora essere "spettacolo" puntare sulla vita o sulla morte di poveri cavalli? Se non vincono vanno al macello perché inutili. Quando smettono di vincere diventano in esubero e rischiano il macello anche se hanno fatto farmaci che rendono le loro carni insalubri per la salute pubblica.
Intanto, bravo Tornasol, ti sei fatto rispettare, grazie anche alle telecamere presenti e ad un pubblico sempre più animalista che non sarebbe stato zitto nel caso ci fossero state ritorsioni in piazza al tuo libero arbitrio.
Non c'è niente che emoziona di più della libertà in un cavallo. Tutto il resto è già stato visto. Il dominio coercitivo dell'uomo sul cavallo? Basta... roba vecchia, in certi casi da archiviare come reperto storico per andare oltre, a cose più contemporanee, innovative, progressiste e modulate sulla sensibilità attuale.
Tornasol, speriamo che tu faccia da apripista a maggiori dinamiche di ascolto della volontà dei cavalli.