Il dibattito sulla macellazione equina ogni tanto si riaccende anche negli USA con argomenti a favore, ma le ragioni del no finiscono sempre per abbondare. Sono oramai 13 anni da quando, all'interno degli USA, non si abbattono più cavalli per la carne. Si esportano però per la macellazione in Canada e Messico. Sembra irrazionale e soprattutto non sembra un sistema economico, ma traduce la disistima per i trafficanti di cavalli.
Nel 2007 è stato chiuso l'ultimo impianto di macellazione di cavalli situato entro i confini degli Stati Uniti d'America. Lo stop alla macellazione è arrivato gradualmente, di stato in stato. Gli ultimi 3 impianti a chiudere erano locati negli stati del Texas e Illinois.
Durante questo periodo, l'emendamento Ensign-Byrd al bilancio agricolo aveva rimosso i fondi per le ispezioni sulla salubrità della carne di cavallo a uso umano. Senza possibilità di ispezioni sulla salubrità delle carni equine, nessun impianto ha più potuto riaprire i battenti da allora.
Successivamente al divieto di macellazione di carne equina, in USA è stato costante il taglio dei costi di bilancio per la sicurezza alimentare pubblica. Eppure, non è solo la carne equina a rappresentare un rischio alimentare. Anche altri animali possono essere allevati non correttamente e le loro carni essere insalubri o infette.
Il divieto di macellazione dei cavalli non ha inoltre rallentato il numero di cavalli a rischio di essere macellati, lo ha solo spostato oltre confine, in Messico o Canada, dove gli equini sono trasferiti per essere abbattuti negli impianti di quei paesi. A questo proposito, nei primi anni dopo il divieto, sembrava che il numero di abbandoni addirittura fosse aumentato. E che mai come prima i cavalli andassero al macello, benché oltre il confine. In un primo tempo dunque, la vittoria sulla macellazione ha reso le persone più superficiali, più propense a consegnare incautamente i cavalli ai trafficanti di carne equina, con il pensiero che a quei cavalli sarebbe stata risparmiata la macellazione.
13 anni di scandali sulle sofferenze dei trasporti oltre confine, hanno portato a maggiore consapevolezza che il trafficante di cavalli non si equivale al pensionamento al prato per l'animale. Le ultime statistiche, danno un calo delle esportazioni dei cavalli per il macello, almeno verso il Messico, e un aumento delle eutanasie come pratica di fine vita per i cavalli. Tra i metodi di eutanasia praticati, è ancora legale in USA sparare in testa al cavallo.
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Di seguito sono riportate le statistiche dell'USDA Market News Livestock Export Summary dei cavalli spediti specificamente per la macellazione dai confini meridionali degli Stati Uniti al Messico negli ultimi 3 anni.
Nel 2019, 53.947 cavalli sono stati spediti dagli Stati Uniti in Messico per la macellazione.
Nel 2018, 70.708 cavalli sono stati spediti dagli Stati Uniti in Messico per la macellazione.
Nel 2017, 66.657 cavalli sono stati spediti dagli Stati Uniti in Messico per la macellazione.
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Mentre le esportazioni per il Messico sono negli anni diminuite, quelle verso il Canada sono aumentate.
Secondo le Statistiche AWI (Animal Wellfare Institute) nel 2007 erano circa 107mila gli equini esportati per la macellazione, nel 2015 sono saliti a circa 126mila.
Riaprire i macelli equini non gode di popolarità, anzi c'è una fetta di americani che si ostina ogni anno a chiedere di inasprire il bando, affiancandolo al divieto di esportazione per il macello. Oltre ai costi "politici", anche quelli economici pesano sul no. Macellare cavalli richiederebbe stalle di sosta, tracciabilità equina nei trasporti, controlli di benessere sui cavalli, normative ad hoc per l'utilizzo dei farmaci consentiti e controlli sulla salubrità delle carni macellate.
E' ritenuto più conveniente, dal punto di vista dell'economia statunitense, far macellare i cavalli altrove, anche se questo non è un risparmio di sofferenza per gli animali.
I costi più elevati stimati per la riapertura di macelli equini in USA, non hanno però una contropartita in dollari, sono definiti costi culturali e sociali.
Sono stati diffusi studi, soprattutto pubblicati da associazioni animaliste, che sostengono che, in generale, i macelli, e in particolare quelli di cavalli, per il tipo di persone che portano, hanno un impatto negativo sulle comunità in cui si trovano sotto forma di:
- perdita di appeal turistico,
- svalutazione della comunità e delle proprietà immobiliari che ivi si trovano,
- perdita di qualità della vita per gli abitanti, come riportato nelle comunità in cui prima si trovavano gli impianti di macellazione dei cavalli,
- aumento dei furti di cavalli, di violenza domestica e di denunce di abusi su minori.
Insomma, i trafficanti di cavalli per il macello non sono visti di buon occhio negli USA, godono anzi di così bassa stima sociale che si pensa siano portatori di morbi sociali ed economici.
La situazione in Italia
In Italia non sono mai stati pubblicati studi storiografici sui costi economici e sociali della macellazione equina, da mettere sul piatto della bilancia per decidere come normare il settore e se vietare o meno la macellazione equina per il consumo umano, come fatto in altri paesi, benché i continui scandali di macellazione abusiva, ricettazione e furti di cavalli, corse clandestine su strada, di sicuro c'è un'economia a cui non fanno bene: la filiera sportiva, turistica, ludico e ricreativa intorno ai cavalli.