Il detto risale al commento di Girolamo (ca. 420 d.C.) alla Lettera agli Efesini dell'apostolo Paolo e deriva dal fatto che l'età di un cavallo è indicata dall'osservazione dei suoi denti.
E' chiaro che il detto non fosse destinato ad allevatori di animali, dal momento che Girolamo era un teologo e monaco.
Cosa intendeva realmente dire?
Il senso del proverbio potrebbe essere di apprezzare maggiormente i doni, "quando ricevi in dono qualcosa, accettalo e sii grato, non andare a cercare difetti, eventuali danni o non sindacare sul suo valore".
L’aver ricevuto qualcosa in regalo, o in ogni caso senza averla dovuta pagare, è già un motivo più che valido per dare valore a quella cosa stessa. Potrebbe essere una predica dunque contro gli ingrati e gli impertinenti, coloro che non si accontentano di aver avuto un qualcosa in regalo, ma hanno anche delle pretese di sindacarci sopra.
Nessuno è costretto ad accettare un dono, tanto più se non è un oggetto, ma una creatura vivente che ha bisogno di cure. Ma se lo si accetta, sindacare successivamente che non era all'altezza delle aspettative potrebbe essere fuori luogo.
Non tutti sono in grado di apprezzare il dono, nel caso in questione, si trattava di dottrina teologica di San Paolo. Si possono trovare garanzie nella fede? Se ti fidi di qualcuno perché ha più esperienza nella determinata materia, ha senso trovare sempre dei cavilli? Anche la persona più esperta di una determinata materia però può sbagliare, perché è umana, e questo ci conduce nel terreno del relativismo.
Anche il valore di un dono può avere valutazioni diverse, a seconda se quel dono è in linea con le aspettative di chi lo riceve.
Possono più persone che guardano nella bocca di un cavallo trarre conclusioni differenti sulla sua età? Se parliamo di compravendita del cavallo, sicuramente la visita di un veterinario, tanto più complessa e costosa come sistema di analisi, che non guardare solo in bocca, può dare un quadro attendibile delle condizioni di salute del cavallo e delle sue potenzialità nello svolgere specifiche mansioni.
Avrebbe senso richiedere una visita di compravendita per un cavallo regalato? Può darsi che chi regala il cavallo non si opponga. Altri potrebbero rispondere che se si vuole un cavallo in buone condizioni per uno specifico lavoro occorre andare a comperarselo.
C'è chi non è in grado di apprezzare alcun dono, perché ha nell'animo rabbia repressa. E quindi se il cavallo poi non risponde alle aspettative, o qualsiasi altro dono, deve sempre incolpare qualcuno dei propri deficit (ad esempio l'incapacità di valutazione sul fatto che il cavallo fosse idoneo alle proprie competenze, spazi, risorse e volontà di impiego).
La cosa migliore sarebbe, se ci si appresta ad avere un cavallo in dono, chiarire immediatamente e in modo onesto gli scopi. In modo da facilitare chi dona nella valutazione se il dono è appropriato.