Nip Tuck, l'attuale top horse - campione olimpico di dressage britannico - montato da Carl Hester, vive tutto l'anno in gestione naturale.

Oggi esiste un ampio consenso sui vantaggi del far vivere in linea con i dettami etologici specie specifici i cavalli, con una sola eccezione: i cavalli sportivi, in particolare quelli definiti "top", ovvero nelle alte categorie competitive delle discipline olimpiche.

Eppure, ci sono molti esempi e studi che provano che anche per i cavalli sportivi la gestione vincente è quella stabilita da madre natura.

Ciò che disincentiva un progresso in questo senso è additato a queste variabili presunte:

  • maggior rischio di lesioni
  • difficoltà a reperire centri ippici con le necessarie infrastrutture
  • impossibilità a non tosare cavalli sportivi (non tosarli è l'alternativa invernale alla coperta per cavalli)
  • necessità di ferrare i cavalli per lo sport, che cozzerebbe con la gestione naturale al pascolo (dove i cavalli facilmente perderebbero i ferri)
  • minor collaborazione del cavallo alla prestazione, se e quando fosse introdotto alla gestione naturale

Queste ritrosie sono per lo più arroccate su stereotipi e pregiudizi, dato che ci sono diversi atleti top - oggi giorno - che si sono espressi a favore della gestione naturalizzata e continuano a vincere come e più di prima. Tra questi citiamo: i britannici Carl Hester e Charlotte Dujardin, e la tedesca Utta Gräf in Germania nel campo del dressage, e il connazionale Lorenzo De Luca nel campo dello show jumping.

Ecco i vantaggi che controbilanciano ampiamente le presunte difficoltà:

  • i cavalli si muovono anche da soli, ne aumenta il tono muscolare e di umore
  • il sistema immunitario ne esce rafforzato e i cavalli diventano più resistenti alle malattie
  • zoccoli, tendini, legamenti, muscoli e ossa si rafforzano, con plusvalore di non dover ricorrere a trattamenti che possono configurare il doping per concorrere con i cavalli
  • grazie alla pascolazione che presuppone che il cavallo tenga la testa a terra gran parte del tempo, i muscoli del collo si rafforzano e la schiena si raddrizza
  • la respirazione migliora e si scongiurano patologie polmonari come la bolsaggine
  • la digestione migliora grazie al movimento continuo e si scongiurano le coliche
  • i cavalli sono più sereni e quindi più facilmente gestibili anche da terra, limitando il rischio di infortuni
  • i cavalli sono più felici e sono quindi più disposti a gareggiare serenamente, con grande vantaggio per l'opinione pubblica

Sul rischio di infortuni. E' ampiamente provato che il rischio diminuisce se il cavallo ha la possibilità di fuga da ciò che lo spaventa. In condizioni anguste, le vie d'uscita vengono a mancare. Non dimentichiamoci che esiste la tipologia di infortunio da gestione in box durante le normali operazioni di pulizia della stalla o del cavallo, per la somministrazione di trattamenti sanitari e quanto altro, come esiste la tipologia di infortunio da carico e scarico dei cavalli per i trasporti. Ma anche dal box al rettangolo di allenamento, e in campo di lavoro, un cavallo esplosivo - perché troppo compresso da eccesso di scuderizzazione - dà decisamente più problemi da gestire, con maggiorata la possibilità di infortunio.

Sono numerosi gli studi che supportano questa tesi, quasi tutti condotti da ricercatori tedeschi che hanno portato alla formulazione della cosiddetta "stalla attiva", già una realtà diffusa in paesi come la Svizzera e per l'appunto la Germania.

La stalla attiva, dai suoi esordi, ha permesso varie sperimentazioni, fino alla strutturazione attuale che permette l'alimentazione individuale anche con sistemi automatizzati, sofisticate aree relax, e sistemi di rotazione dei pascoli che consentono pulizia e decoro, tali da soddisfare le esigenze pratiche ed estetiche anche di atleti top.

Il sistema delle stalle attive, in passato denigrato come letamaie a cielo aperto, oggi ha validi esempi di fondi ben tenuti con igiene supportata dall'esperienza e pratica. Certo, occorre la giusta metratura per consentire una gestione naturale che soddisfi l'igiene e l'estetica. Un'analisi di mercato commissionata dalla Federazione equestre tedesca ha dimostrato che l'80% degli atleti umani considera la stalla attiva la sistemazione ottimale per i cavalli, soprattutto perché limita la sindrome da stress nei cavalli, con tutto ciò che comporta, e per la fragile salute dei nervi, dunque vizi di stalla, piuttosto che coliche e ulcere, e per la difficoltà di gestire animali così grossi e pesanti, e potenzialmente pericolosi, quando sono nervosi e irritabili.

A frenare queste soluzioni, soprattutto in Italia, è solo ed esclusivamente la difficoltà a reperire i soldi per le ristrutturazioni, in un momento di crisi economica che attanaglia anche i circoli ippici e li porta a cercare il risparmio, giustificandolo come la migliore gestione possibile per cavalli sportivi, anche se palesemente non lo è. Ma è nato prima l'uovo o la gallina? Certe riforme strutturali andavano fatte forse già 20 anni fa, quando i soldi c'erano. Parte della crisi del sistema cavallo nasce anche dai ritardi nelle riforme strutturali necessarie, vedesi il caso dell'ippica. Questo è un serpente che si morde la coda. Non si fanno le riforme, è più difficile uscire dalla crisi, intanto ne risente in generale l'immagine di tutta l'industria equestre e ippica.

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