Il cavallo è conosciuto soprattutto per essere un erbivoro, ma sono molte le fonti di documentazione che in realtà ci mostrano un animale occasionalmente onnivoro.
Non solo fossili di cavalli di migliaia di anni fa, riesumati da scavi, con residui di proteine animali nello stomaco e diari di esplorazioni con scritti di come i cavalli fossero mantenuti vivi in condizioni avverse anche grazie a proteine animali. Ancor oggi, ci sono popolazioni di cavalli che vivono per lo più nelle condizioni in cui l’erba ed i pascoli sono carenti e in talune stagioni inesistenti, e che ricorrono abitualmente alla proteina animale come "integratore".
Esplorazioni e cavalli carnivori
Nei primi anni del 900 ci furono molti esploratori che viaggiavano verso i poli, in condizioni climatiche avverse dove la neve era la protagonista. E vi andavano con cani da slitta e pony rodati alla vita in ambienti selvaggi. In questi contesti, dove l'erba non c'era, nutrivano gli animali con carne e grasso animale. Una di queste spedizioni passata alla storia, riguarda il pony della Manciuria di Sir Ernest Shackletons. Nel diario di viaggio del 1908, il proprietario descriveva la condivisione di pasti carnivori con il proprio pony di nome Socks. Un pony fortunato, perché altri della spedizione finirono in pasto.
Mentre risale al 1938 un filmato di cavalli in Tibet che mangiavano sangue durante una spedizione scientifica tedesca guidata dallo zoologo ufficiale delle SS Ernst Schäfer.
Altri casi di cavalli carnivori documentati:
- La BBC ha registrato dei filmati di cavalli che mangiavano pesce su un'isola inglese.
- In Islanda vengono forniti ai cavalli al pascolo pesci salati, come integratori di sali minerali e proteine.
- Non sono rari i cavalli che consumano carne cruda e sangue in Arabia, Nuova Zelanda e nelle lande desolate dei deserti degli Stati Uniti.
- Lord Chamberlaind sosteneva che i cavalli dei sovrani del Buthan in Hymalaia consumassero un pasto a base di grasso di tigre, e che fossero nutriti con manzo e yak.
Popolazioni viventi di cavalli onnivori
I cavalli delle nevi
In Islanda la neve arriva a coprire interamente il manto della terra per stagioni molto lunghe, dove non cresce un filo d'erba. Eppure ci sono cavalli bradi in Islanda. Di cosa si cibano? In Islanda in inverno, dove i cavalli sono tenuti per lo più al pascolo con il supplemento di fieno, è tradizionale per gli agricoltori posizionare aringhe salate in grandi botti di plastica nei campi. Le mandrie si radunano intorno alle botti circa una volta al giorno e le svuotano. Tirano fuori il pesce, se lo mangiano e se lo litigano pure. Si leccano i baffi e le labbra a fine pasto. Il tutto documentato. Altre popolazioni di cavalli bradi che mangiano pesce (e qualsiasi altra proteina animale che trovano) sono quelli sub artici: dal Canada alla Siberia.
I cavalli dei deserti
I cavalli selvaggi oltre a nutrirsi di arbusti, erbacce, assaggiano e consumano animali morti se li incontrano. Se sono in grado, cacciano animali feriti, rallentati e a portata di tiro. Ratti, topi, volatili e qualsiasi altro animale capiti loro. In poche parole, aggiungono alla loro dieta carcasse e sangue.
In Tibet i cavalli sono nutriti dai loro proprietari, in mancanza d'altro, con sangue di pecora fresco mescolato con pappa di miglio.
Cavalli domestici cacciatori
Proprio come tra i cavalli selvatici, onnivori per sopravvivenza, anche tra i domestici occasionalmente si possono trovare individui che sono "cacciatori brutali": fanno fuori anatre, conigli, ricci, oche, agnelli appena nati che capitano a tiro di zoccoli e non si fanno scrupoli a cibarsene.
Questo viene spiegato dai nutrizionisti esperti di cavalli come comportamento appreso. Inizialmente può trattarsi di incontro casuale del cavallo, trovando un animale morto o uccidendolo per caso o per gioco. Poi, mentre il cavallo studia la carcassa, ne assapora il gusto, lo trova attraente, l'azione in tal modo ne esce rafforzata e quindi il cavallo ripete il comportamento.
Malattia dei cavalli onnivori
Si chiama trichinellosi equina. Si tratta di una zoonosi causata dall'ingestione di carne cruda o poco cotta derivante da equini e contenente larve di nematodi. Poiché la Trichina è diffusa da un mammifero che mangia la carne di un altro mammifero, la patologia non dovrebbe affliggere i cavalli, se fossero solo erbivori. Tutta la carne da macello equina è testata per il parassita della Trichina, poiché si può trasmettere all'uomo se mangia carne cruda o salata di cavallo. La ragione della trichinosi nei cavalli potrebbe dunque derivare dall'abitudine degli stessi di mangiare carcasse di topi morti, che possono loro stessi uccidere in stalla, trovandoseli nella paglia della lettiera. I cavalli però si mangiano anche uccellini morti, e qualsiasi animale morto li aggradi e che trovano a portata di bocca. E questo spiegherebbe, secondo esperti, la trichinellosi equina.
Riflessioni sui cavalli come onnivori occasionali
Da questi episodi si evince la notevole adattabilità di questi animali a condizioni di vita estreme o a diete che non forniscono i nutrienti in maniera ideale o adeguata (responsabili di esercebare comportamenti equini da onnivori).
Il cavallo è portatore inoltre di un'altra curiosità tutta da investigare: ha un apparato digerente molto più somigliante a quello dei carnivori rispetto ad altri erbivori come ad esempio i ruminanti (bovini ed ovini ), ed è per questo considerato un animale che nel suo DNA ha antenati giurassici che non disdegnavano la proteina animale in mancanza d'altro.
Per approfondire questa teoria, c'è un libro intero su storie vere, documentate, di cavalli carnivori a questo link.