Gli animali che migrano e percorrono lunghe distanze, sembra che abbiano un GPS interiore che permette loro di trovare l'acqua, le risorse, i pascoli migliori per la sopravvivenza. In natura si conoscono specie migratorie in grado di avere straordinarie abilità di orientamento innate. Come queste funzionino è soggetto a numerosi studi e ipotesi, da quella olfattiva, alla mappa magnetica contenuta nel cervello, fino all'uso del sole come bussola.
Noi, come troviamo il nostro cammino verso casa se non abbiamo il GPS elettronico?
I mammiferi (compresi gli esseri umani) pare siano in grado di orientarsi da soli in grandi spazi inesplorati anche volgendosi internamente al proprio cavallino interiore, l'ippocampo: una struttura a "forma di cavallo marino" situata al centro del cervello. È noto per il suo ruolo nella formazione della memoria, ma è anche importante per il nostro senso di direzione. Esso è una sorta di GPS interno per i mammiferi, che dà le direzioni.
Come attivare l'ippocampo? La visualizzazione di un obiettivo, secondo i più recenti studi, pare che lo attivi. Chi va a cavallo, sa bene che alle volte è sufficiente manifestare mentalmente un'intenzione perché si azionino tutta una serie di automatismi corporali che finiscono per trasmettere al cavallo l'intenzione da intraprendere, più che sufficiente, con un cavallo con il quale si ha una buona sinergia, perché il cavallo esegua anche se il movimento con cui si manifestava "l'ordine" è stato impercettibile.
Questi studi, nonché la PNL, programmazione neuro linguistica, potrebbero essere la prossima frontiera dell'equitazione, posto che si riesca a instaurare una relazione con il cavallo che lo renda interessato a seguire la nostra volontà anche se non vi è costretto da strumenti di bondage: speroni, frustini, imboccature al limite della sevizia, martingale, redini di ritorno e quanto altro è disponibile sul mercato per coloro che vogliono imporsi al cavallo, costringendo l'animale con la forza a subire la volontà del pilota.
La relazione con il cavallo, in questa accezione di equitazione mediata dalla PNL e/o dalla bussola dell'ippocampo consapevole, diventa tutto. Solo un cavallo che si fida ciecamente del suo pilota, che lo ama e rispetta, può essere disposto a seguire il suo GPS interiore in libertà (senza meccanica di bondage... per dimostrare la perfezione della relazione dal punto di vista dell'intesa "magnetica").
La pnl è un'evoluzione dei concetti propri dell’horsemanship, dove l'istruttore più che persona di cavalli diventa il "guru" che incamera in sé tutta un serie di capacità:
- etologo esperto di comunicazione umano/equina
- horse profiler (scopre la psiche individuale del cavallo, connessa alla sua storia personale)
- human profiler (la psiche umana rischia di essere più complicata di quella del cavallo e va studiata per come interagisce con il cavallo medesimo per creare una buona comunicazione, piuttosto che conflitti di comunicazione)
- addestratore e istruttore in senso convenzionale
- quanto altro, tipo neuroscienziato, psicologo, o pet terapista mediatore della crescita personale guidata dal cavallo
In attesa del profilarsi dell'ultima frontiera per imparare dal cavallo e dare il meglio di sé per un modo diverso di fare equitazione, vale la pena ricordarsi dell'approccio più selvaggio e intuitivo, da animale ad animale, fatto di semplicità, tipo che amore tira ad amore, rispetto porta a rispetto, considerazione dei bisogni porta a reciprocità di risposta. Tutto molto banale, ma ancora funzionante, e non richiede alcuna specializzazione in neuroscienze, o approfondimento in anima quantica, solo la capacità di compassione ed empatia.
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