Argomento principale dell'interessante manuale di Philippe Karl, Derive del dressage moderno. Ricerca di un'alternativa "classica, edito da  Equitare  non è solamente il dressage da intendersi quale specifica disciplina tra gli sports equestri: certo, il focus del volume, soprattutto su di un piano tecnico (molto dettagliato in alcune sue parti), riguarda in particolare questa specialità olimpica che è stata spesso (e giustamente) nell'occhio del ciclone per i discutibili mezzi coercitivi adottati nell'addestramento dei cavalli e per alcune pratiche particolarmente dannose (tra tutte, la rollkur, vedi foto di copertina dell'articolo). Attraverso un'attenta lettura del Manuale Ufficiale della Federazione Equestre Nazionale Tedesca - testo sacro del dressage agonistico (Libro 1: I principi dell'equitazione, FN 2000; Libro 2: Tecniche avanzate di equitazione, FN 1990) in questo suo lavoro l'autore esamina e approfondisce, punto per punto, i princìpi e le istruzioni metodologiche alla base dell'equitazione sportiva in questa disciplina. Riferendosi a scienze come l'anatomia, la fisiologia, la psicologia e l'etologia e avvalendosi della propria esperienza equestre, Karl contesta la correttezza e la fondatezza delle linee guida del dressage moderno  e scardina le credenze e i dogmi che lo governano. Tuttavia, più in generale, l'obiettivo dell'esposizione del maestro francese (per oltre 13 anni écuyer del Cadre Noir di Saumur) riguarda l'addestramento del cavallo  (come vuole il significato della parola francese "dressage") e il lavoro in piano, base e fondamento di qualunque disciplina e specialità nelle quali un cavaliere voglia lavorare per costruire un vero binomio: la lettura  del testo è dunque indicata per chiunque  voglia approfondire il valore di un addestramento  che non guardi solo ai risultati, ma che sia piuttosto capace di riflettere sulla qualità dei mezzi messi in opera. "Trattandosi di equitazione, ogni cavaliere fa addestramento, coscientemente o no, e persino se lo nega, visto che il cavallo non fa alcuna distinzione tra una seduta cosiddetta di addestramento ["dressage"] e la sua semplice utilizzazione.  Ogni impiego del cavallo, anche il più banale,  è da considerarsi un atto di addestramento, positivo o negativo secondo i casi, perchè s'inscrive nella sua psiche" (cit. pag. 8).

Forte della sua indiscutibile esperienza  sul campo (P. Karl non abbisogna certo di presentazioni: numerosissimi sono gli istruttori/trainers e soprattutto i cavalli da lui addestrati, di qualunque razza e orientati verso le discipline più diverse) e delle sue altissime qualità  di pedagogo, il maestro francese enuncia e descrive dettagliatamente in Derive del dressage moderno  i principi cardine dell'École de Légèreté, con l'obiettivo della valorizzazione delle potenzialità del cavallo  e del  perfezionamento del cavaliere  in una ricerca costante dell'efficacia  con il minimo uso  di mezzi coercitivi: la consapevolezza che talvolta fretta, ignoranza ma anche violenza, brutalità e crudeltà costituiscano in solido la cattiva formazione di una certa parte del mondo equestre anima l'intero volume edito da Equitare Casa Editrice e dunque s'inserisce di diritto tra le buone pratiche volte allo studio e alla tutela degli equidi, con l'obiettivo del benessere e della protezione del cavallo.

Derive del dressage moderno anzitutto analizza e mette in discussione i dogmi del dressage attuale  (inteso qui come disciplina sportiva, nata com'è noto negli anni '20 del secolo scorso), rivelando tutte le mancanze, i paradossi  e soprattutto evidenziando le conseguenze nefaste  (numerosi sono oggi i "cavalieri senza macchia" che ne denunciano le devianze) di determinate pratiche nell'addestramento dei cavalli, spesso esclusivamente connesse ad un approccio condizionante: «Per il modo stesso in cui sono concepite, le prove di dressage incoraggiano la routine e l'esecuzione di movimenti meccanici; i cavalieri possono ripetere fino alla nausea gli stessi programmi nell'ambiente intoccabile e asettico del rettangolo regolamentare. Ecco perchè, programmati all'estremo come sono, capita che cavalli "da dressage" non si comportino da cavalli "addestrati"... allora non sopportano il minimo imprevisto e possono abbandonarsi a fantasie umilianti per il loro passeggero (piaffer  d'eccitazione inarrestabile durante la premiazione, giro d'onore con il cavallo fuori controllo)».

«Il libero consenso del cavallo porta più frutti delle misure correttive con le quali si cerca di costringerlo»

(Karl cit. S. de La Broue) 

Per contro, mirando non solamente alla pars destruens ma anche e soprattutto a quella costruens, il volume propone una ragionata alternativa, passando attraverso la definizione dei concetti equestri principali, i metodi di addestramento, l'educazione dei cavalieri, la formazione degli istruttori, i criteri di valutazione e la concezione delle prove di dressage. Come evidenziato da Pierre Durand  nella Prefazione  al volume, l'opera e la strada qui proposta da Karl ha come suo fine ultimo «cavalli generosi, regolari, sereni, la cui piena condizione rileva un equilibrio stabile. Fanno venir voglia di montare  con finezza. La loro agilità si manifesta con la "bocca galante" ricordata da Pluvinel e La Guérinière, la "ricerca del contatto" di Seeger e Steinbrecht, la "mobilità morbida della mascella" di Baucher e del Generale l'Hotte. Senza di essa, non c'è leggerezza completa e la sua assenza è un segnale infallibile di qualche carenza fisica o morale nello "stato d'animo e del corpo" dell'esecutore, come dice il Generale Decarpentry».