Le leggende eroiche dei Samurai, che ci sono state tramandate come "affare maschile" per oltre 800 anni, erano una "fake-news".

Vi erano infatti Samurai donne arruolate per la difesa di territori, per battaglie e per qualsiasi altra mansione come la controparte maschile. Una ricerca accademica conclusa nel 2016 dalla Tokyo University, condotta con scavi, ha confermato che quasi il 30% dei combattenti erano donne. Il risultato della ricerca, che prova l'esistenza della donna guerriero samurai, la cui dedizione alla causa e prodezza guerriera erano encomiabili, sono stati oggetto di un docu-film. La trama ha come punto di partenza l'arrivo delle cannoniere americane ed europee nel 1854, che costringe il Giappone a uscire dal suo isolamento auto-imposto. L'influenza occidentale in crescita divide i potenti clan Samurai in due fazioni belligeranti. Al centro del film è la vera storia della vita eroica della donna Samurai Takeko Nakano, diventata maestra di arti marziali che, nel 1868, formò un' unità di combattimento tutta al femminile per difendere l'indipendenza del suo clan in una battaglia finale che ha segnato la fine dell'era Samurai in Giappone. Le interviste con lo storico inglese Dr Stephen Turnbull, con il ricercatore Eiko Ikegami e la direttrice di una delle ultime scuole di arti marziali femminili ispirate alla tradizione, sostengono la straordinaria storia di coraggio, la tragedia e la resistenza delle donne nobili Samurai. Tramite la rievocazione storica, la battaglia d'animazione, la ricerca dei costumi originali e dei luoghi storici, la storia di Takeko è tornata alla vita anche grazie a fondi europei stanziati all'uopo.