L'idioma deriva dal fatto che frustare un cavallo in queste condizioni (morto o morente) non lo farebbe muovere o fare qualcosa di altrimenti utile.

Fustigare un cavallo morto (in alternativa picchiare un cavallo morto, detto comune del mondo anglofono) è un idioma che significa che uno sforzo particolare è una perdita di tempo in quanto non ci sarà alcun risultato, come nell'esempio di frustare un cavallo morto, che non gli farà fare alcun lavoro utile.

Secondo l'Oxford English Dictionary, il primo uso registrato dell'espressione nel suo senso moderno fu da parte del politico e oratore inglese John Bright in riferimento al Reform Act del 1867, che richiedeva una rappresentanza più democratica in Parlamento. Cercare di scuotere il Parlamento dalla sua apatia sulla questione, disse in un discorso, sarebbe come cercare di "frustare un cavallo morto" per fargli tirare un carico. L'Oxford English Dictionary cita l'uso in The Globe nel 1872 come il primo uso verificabile di "fustigazione di un cavallo morto" come metafora di sprecare il proprio tempo in un'operazione inutile.

Tuttavia, un precedente esempio è attribuito a quello stesso John Bright ben tredici anni prima: parlando alla Camera sulle proteste delle suffragette per ottenere il voto, il 28 marzo 1859, Lord Elcho osservò che Bright non era stato "soddisfatto dei risultati della sua campagna invernale" neanche se gli era stato attribuito un detto, quello di "flagellare un cavallo morto".

Origini dell'idioma

Alcuni studiosi affermano che la frase abbia avuto origine nello slang del XVII secolo, quando il cavallo era un simbolo di duro lavoro. Pagare in anticipo per un lavoro così duro significava rischiare che non fosse svolto (aspettandosi che il lavoro potesse uccidere il cavallo).

In una citazione del diciassettesimo secolo da una raccolta di documenti di proprietà del defunto conte di Oxford, Edward Harley, risulta che Sir Humphry Foster avesse perso la maggior parte delle sue ricchezze e poi, giocando, come si dice, per un cavallo morto, le avesse recuperate. Foster apparentemente non aveva più niente da perdere e cercando di guadagnare senza lavorare, riuscendovi, aveva "resuscitato un cavallo morto".

L'espressione, collegata a pagamenti in denaro, è stata utilizzata anche nei confronti della pratica di pagare in anticipo i marinai per il loro primo mese di lavoro. Nel suo libro Old England and New Zealand, l'autore Alfred Simmons fornisce spiegazioni dettagliate e retroscena della cerimonia "Fustigazione del cavallo morto", equivalente di pagare  i marinai prima di lasciare il porto, poiché spenderebbero tutti i loro denari prima dell'imbarco. Poiché il cavallo era simbolo di lavoro duro, pagare in anticipo, dice il commentatore, fa perdere la motivazione per il lavoro duro. Tuttavia, precisa lo stesso, una volta trascorso il mese, i marinai avrebbero raggiunto le latitudini del Cavallo dove i salari dovuti e pagati avrebbero spinto il cavallo a vivere di nuovo.

L'espressione oggi

L'utilizzo dell'espressione oggi è collegato ai temi persi. Picchiare un cavallo morto è un pò come dire che è inutile insistere quando oramai dalla situazione, discussione, relazione, non si può più trarre nulla di positivo, come dire un vicolo chiuso. Allo stesso tempo, può essere una raccomandazione a non vanificare i possibili risultati, dando immediata soddisfazione a chi fa richiesta, senza che la persona si sia guadagnata con il lavoro il premio che merita.

Per voler essere politicamente corretti con i cavalli, c'è chi suggerisce di sostituire oggi quell'idioma con: inutile annaffiare un fiore già morto. Espressione cruelty free nei confronti degli animali.