Il cavallo, di Carlo Volpini, 1891

Fra tutti gli animali che l’uomo seppe assoggettare al suo imperio, nessuno ve ne ha che possa, per meriti e per pregi, paragonarsi al cavallo. La sua storia è strettamente legata a quella dell’uomo, al quale fu mai sempre di validissimo aiuto.

Di spirito vigoroso, ma docile; ubbidiente, leggiero, veloce, pronto ad apprendere e ad adempire tutti i doveri che gli vengono imposti, riconoscente ai buoni trattamenti, con piedi forti per sostenersi, con robusti lombi per resistere alle più dure fatiche, non vi ha forse nella Società umana classe alcuna di persone che non ritragga da questo animale utilissime prestazioni.

Fin dai più remoti tempi noi lo vediamo compagno indivisibile dell’agricoltore e del guerriero, che nella infanzia delle nazioni costituivano le principali classi della Società. Nessuna meraviglia quindi, se un sì bello, sì utile e sì nobile animale fu in ogni età da ogni popolo meritamente celebrato e tenuto nella più grande estimazione.

 

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