Hanabi-ko, soprannominata Koko (San Francisco, 4 luglio 1971 – Woodside, 19 giugno 2018, è stata una femmina di gorilla di pianura occidentale, nota per aver appreso un gran numero di segni da una versione modificata della lingua dei segni americana.

Koko è nata allo Zoo di San Francisco e ha vissuto la maggior parte della sua vita a Woodside, in California, presso la riserva della "Gorilla Foundation" nelle montagne di Santa Cruz. Koko ha attirato l'attenzione del pubblico per il fatto di aver adottato un gattino come animale domestico e di avergli dato un nome.

La sua istruttrice e badante, Francine Patterson, psicologa animale, ha riferito che Koko è stata in grado di comprendere più di 1 000 segni di ciò che Patterson chiama "lingua dei segni dei gorilla"). Contrariamente ad altri esperimenti che tentano di insegnare il linguaggio dei segni ai primati non umani, Patterson espone simultaneamente Koko all'inglese parlato fin dalla tenera età. È stato riferito che Koko comprendeva circa 2000 parole di inglese parlato, oltre ai segni. La vita e il processo di apprendimento di Koko sono stati descritti da Patterson e da vari collaboratori in numerosi libri, articoli scientifici e su un sito web.

Come per altri esperimenti linguistici, la misura in cui Koko ha padroneggiato e dimostrato il linguaggio attraverso l'uso di questi segni è contestata. È generalmente accettato che non ha usato la sintassi o la grammatica e che il suo uso del linguaggio non ha superato quello di un giovane bambino umano.

Tuttavia, ha ottenuto un punteggio compreso tra 70 e 90 su varie scale del QI (quoziente intellettivo) e alcuni esperti, tra cui Mary Lee Jensvold, affermano che "Koko... [usava] la lingua nello stesso modo in cui lo fanno le persone". Il limite che definisce il ritardo mentale è un QI di 70 punti, e un'intelligenza normale per un umano si colloca tra i 90 e 110 punti. Si potrebbe dunque dire che per le stime migliori, l'intelligenza di Koko fosse simile a quella di un umano normale.

Un aneddoto curioso. Quando a Koko è stata mostrata la fotografia di un cavallo con un morso in bocca, ha risposto nel linguaggio dei segni con "cavallo triste". Quando le è stato chiesto perché, ha detto "denti". 

Lo scopo di un morso è controllare il cavallo tramite le redini infliggendo dolore se cerca di deviare da dove vuole andare il cavaliere. Si potrebbe dire che l'intenzionalità del cavaliere attraverso il morso supera quella del cavallo, ma se si ottiene attraverso il dolore, non è un metodo etologico di educazione animale.

C' è arrivata persino Koko, ma è probabile che ci siano persone, coloro che utilizzano morsi pesanti, che se ne fregano del dolore ai "denti". Non perché lo ignorano ma perché il fine, secondo costoro, giustifica i mezzi.