Il centauro è una creatura della mitologia greca, metà uomo e metà cavallo, tratta probabilmente dalla visione che avevano i greci dei primi conquistatori a cavallo di territori, gli sciti, che dove arrivavano, da popoli che non conoscevano l'equino come cavalcatura, seminavano terrore.

Loro particolarità era di essere dotati di raziocinio per la parte umana, ma al tempo stesso di essere schiavi delle passioni, per il lato animale. Essi esasperano pregi e difetti del genere umano.

Dalla Grecia, la figura del centauro passò alla mitologia romana ed ai bestiari del Medioevo, divenendo soggetto frequente nell'araldica europea. Dante Alighieri li colloca all'Inferno come custodi del girone dei violenti.

Le antiche storie dei centauri sono ovviamente favole, ma cercano di raccontare una morale. Quale in questo caso?

Gli antropologi hanno visioni diverse sul fatto che gli antichi, prima della civiltà, fossero o meno guerrafondai, c'è chi sostiene che l'essere umano antico fosse per lo più pacifista (il buon selvaggio), e altri che sostengono che le guerre tra tribù ci siano sempre state. Semplicemente, prima dell'ascesa del cavallo, si limitavano ad essere circoscritte territorialmente.

La domesticazione del cavallo, e il suo impiego come cavalcatura e trasporto, hanno contribuito a fomentare una cultura di conquista senza scrupoli. In passato, più cavalli si avevano, più si era in grado di fare una politica di colonizzazione.

Con i cavalli si è inventata la guerra moderna, ma è iniziata anche la corsa agli armamenti ... Per diverse migliaia di anni i cavalli sono stati il singolo strumento di guerra più importante. Naturalmente, i cavalli non hanno colpa di questa cosa, semplicemente non avrebbero potuto opporsi.

Quando gli uomini sono saliti a cavallo, ne sono stati sedotti dalla potenza e hanno utilizzato il cavallo per scopi di conquista. La velocità e la potenza del cavallo hanno accelerato le aspirazioni al potere e alla ricchezza di persone anche senza scrupoli.

Se la rivoluzione agricola favorì la creazione della ricchezza, rispetto alla pastorizia nomade, la rivoluzione equina favorì la rapida acquisizione di nuovi territori e assorbimento delle loro risorse, il tutto andando a distruggere qualsiasi cosa si ponesse a intermezzo.

Uomini su cavalli da guerra divennero saccheggiatori di popolazioni inermi e distruttori di villaggi. Non che prima tutto ciò non succedesse, ma grazie ai cavalli, divennero superiori a chi li aveva preceduti nel saccheggio, nella guerra, nella schiavitù, nello stupro e nella diffusione delle malattie.

Solo grazie ai cavalli è stato inizialmente reso possibile lo spettro di un'eventuale guerra mondiale.

Quella guerra costituiva in inferno per un gran numero di cavalieri, i loro cavalli e i civili coinvolti. I cavalli non solo portavono strage e violenza, ma anche malattie.. giacché permettevano di mettere a contatto persone di luoghi territoriali diversi e quindi una più rapida diffusione delle epidemie.

Nel processo di impiego dei cavalli per la guerra, gli umani arrivarono a negare ai cavalli gran parte della loro condizione naturale, convertendoli in dispositivi che soddisfacessero le aspirazioni anche più basse dell'essere umano.

Utilizzare i cavalli per distruggere popoli e villaggi, stuprare donne, saccheggiare case, non è stato un impiego spiritualmente elevato dell'animale. Di questo sicuramente non hanno colpa i cavalli, poi sostituiti da mezzi ancora più micidiali di distruzione, per continuare la politica di conquista di persone avide su persone inermi.

Oggi il cavallo non è più usato per guerre e conquiste, ma il suo simbolismo come vettore di morte è rimasto nella coscienza storica. Si pensi ai Cavalieri dell'Apocalisse, quattro figure simboliche introdotte nell'Apocalisse di Giovanni e successivamente presenti nella cultura medievale e in quella contemporanea. Essi simboleggiano nell'ordine la conquista militare (cavallo bianco, cavaliere con arco), violenza e stragi (cavallo rosso, cavaliere con spada), carestia (cavallo nero, cavaliere con bilancia), morte e pestilenza (cavallo verdastro).

Da quando il cavallo non è più impiegato per l'espansione militare, è stato rivisitato in molti modi e impieghi. Al Centauro è stata opposta a riequilibrio, anche di genere, Epona, la dea dei cavalli, portatrice a cavallo di doni come la pace, l'empatia per i deboli, il soccorso a chi si è perduto e la guarigione dalle malattie.

Due miti dunque contrapposti ed in eterno conflitto anche oggi, persino nel sottoinsieme di vita dell'equitazione/ippica, allorché esistono persone senza scrupoli e violente che, pur di arrivare al successo, sono disposte a tutto, arrivando a depredare il cavallo della sua salute, di una vita che conservi aspetti di naturalezza, sottoponendolo a doping e a fatiche superiori alle sue possibilità, per poi abbandonarlo come pezza vecchia quando è considerato inutile allo scopo di conquista della vittoria.

Contrapporsi alla deriva del Centauro è ancora oggi significativo, sia per la tutela del cavallo, sia per la tutela della parte migliore dell'essere umano.