Secondo il ricercatore Klaus Dietrich Fischer, della Johannes Gutenberg Università del Mainz, l'Italia ha svolto un ruolo importante nello sviluppo della medicina veterinaria equina, sia nell'antichità e poi in seguito.
L'antica medicina veterinaria italiana era principalmente incentrata sui cavalli e i suoi praticanti erano chiamati ippiatri, ovvero dottori dei cavalli in greco, piuttosto che mulomedici, con riferimento al latino.
La divisione non era, come è oggi, tra la pratica su animali di grossa taglia o quella su piccoli animali, e ancora meno tra esotici o domestici, ma tra ippiatri e altri veterinari non specialisti dei cavalli.
È solo per la medicina del cavallo che sono stati scritti manuali dettagliati, ma bisogna tenere presente che, allo stesso tempo, i trattati generalisti di zootecnia fornivano informazioni di base sulla medicina del cavallo. Gli scrittori di zootecnia tuttavia, dedicarono più spazio all'allevamento e meno a una discussione generale, per non parlare scientifica, delle malattie.
Qualunque sia il debito di Ippocrate e dei suoi colleghi nei confronti delle tradizioni orientali, non vi è dubbio che la medicina umana come la conosciamo e insegniamo è stata creata dai Greci. Ma non così per la medicina veterinaria che è nata dalla necessità di studio e cura dei cavalli, animali allora indispensabili per lavoro, spostamento di merci e persone, guerra.
Secondo il ricercatore, dunque, sono due autori romani, scrivendo in latino, che devono segnare il punto di partenza dell'ippiatria: Marco Terenzio Varro, I secolo a. e.v. (era volgare, sostituisce era cristiana per evitare le discriminazioni religiose nella storia), e Lucio Iunius Columella, I secolo e.v., entrambi riguardanti l'allevamento in generale.
Il Medioevo italiano ha continuato con questa tradizione, fornendo ottimi manuali di veterinaria equina. Tomi encomiabili con belle illustrazioni, che troviamo in un certo numero di manoscritti italiani del medioevo, erano immediatamente accessibili anche a persone che non conoscevano il greco o il latino.
Grazie al lavoro di storici dell'arte che hanno conservato quei manoscritti, ora sappiamo che il primo tomo raffigurante il trattamento dei cavalli malati risale agli inizi del XV secolo e viene dal Sud Italia - la Puglia per la precisione. Ora la Puglia, al momento della stesura di questo manoscritto, faceva parte del Regno di Sicilia e di Napoli. Nel IX secolo, era stata sotto il dominio bizantino per un pò, prima che fosse conquistata dai Normanni. Dunque la Puglia di allora era crocevia di molte culture e questo porta sempre ad un arricchimento.
La domanda sconcertante che la ricerca storica deve risolvere è questa: erano questi manoscritti italiani illustrati prodotti direttamente da un originale greco? Le versioni italiane erano di solito fatte da precedenti traduzioni latine, un processo abbastanza semplice rispetto al compito di tradurre dal greco all'italiano. Sembrerebbe di no, anche se occorrerebbe studiare di più questi manoscritti, secondo il ricercatore, per trarre conclusioni definitive.
È meno difficile indovinare chi fossero le persone che hanno commissionato questi manoscritti splendidamente illustrati. Dato il costo puro di questi manufatti, solo qualcuno di veramente ricco avrebbe potuto pagare per il lavoro. Sappiamo che uno dei manoscritti citati, illustrato, era di proprietà di Giovanni Maria della Salla, che era Magistro di Stalla di Alfonso d'Este (il primo duca di Ferrara).
Presumibilmente, furono nobili medioevali, appassionati di cavalli, a commissionare la scrittura di libri di ippiatria, e li vollero illustrati e nella propria lingua, perché fossero più comprensibili. Si può quindi dedurre che la passione di lungo corso italiana per i cavalli, da parte delle élite signorili, fu fondamentale per dare spunto allo sviluppo dell'ippiatria con propri manuali di studio persino divulgativi, accessibili cioè ai non addetti ai lavori.
Per approfondire:
A horse! A horse! My kingdom for a horse!' Versions of Greek Horse Medicine in Medieval Italy
Klaus-Dietrich (Cloudy) Fischer
Journal Name: Medizinhistorisches Journal
Publication Date: 1999