Laghat è un puledro bellissimo, nato per correre.

L'ottima genealogia e la morfologia perfetta fanno di lui un candidato ideale per diventare un grande campione, ma una brutta malattia stravolge la sua vita, menomandolo per sempre.

Il suo potrebbe essere, a questo punto, un triste destino già segnato, ma l'intuizione, la passione e l'amore delle persone che incontra nella sua vita gli consentiranno di diventare un cavallo eccezionale.

Questa è la storia vera di Laghat, ma anche quella dei personaggi che insieme a lui percorrono un tratto più o meno lungo di strada.

Una storia narrata con i ritmi briosi del galoppo, che offre punti di vista diversi e prospettive inattese che sorprendono il lettore coinvolgendolo dalla prima pagina fino all'ultima, proprio come in una corsa: a vincere sarà comunque lui, Laghat, insegnandoci quanto può diventare "normale" essere diversi.

Un libro di Enrico Querci pubblicato da Pacini Editore nel 2014

La storia -

Dopo il ritiro dalle corse, Laghat vive nel suo confortevole paddock nel Parco di San Rossore a Pisa, assieme alla compagna Cecere.

Sin da puledro, Laghat aveva dimostrato doti eccezionali, ma le complicazioni di una influenza gli causarono una micosi e perse la vista.

Eppure, il suo talento naturale per la corsa continuava a manifestarsi: “il suo allevatore si accorse che quando Laghat rimaneva solo nel paddock galoppava e si muoveva come se vedesse – racconta Enrico Querci -, così decise di provare a farlo domare e addestrare per le corse.

Reagì bene, ma a un certo punto si scoprì che aveva paura del buio e che trascorreva la notte a girare in tondo nel box fino a stremarsi”.

Come avviene in questi casi, provarono a farlo vivere con animali da compagnia: una capretta, un coniglio, un gatto. Laghat però li scacciava.

Ma quando arrivò un cavallo anziano da equitazione, si placò e dopo la prima notte i due furono trovati insieme a dormire placidamente con le zampe incrociate.

Adesso a fargli compagnia è da molti anni Cecere”.

La carriera di Laghat racconta 26 vittorie in oltre 100 gare e più di 40 piazzamenti. Un cavallo disabile, ma coraggioso, che ha avuto la fortuna di non essere scartato dai suoi proprietari.