Il significato del vocabolo funk, e il suo aggettivo funky, nello slang degli afroamericani indica generalmente un cattivo odore, come l'odore sprigionato dal corpo in stato di eccitazione e per estensione "sporco", nella sua accezione più positiva "attraente", ma anche "autentico", libero da inibizioni.

L'esordio in bellezza

Fankhi è anche il nome, nella sua versione italianizzata, di un cavallo razza sella italiano, che vinse da giovane un premio di morfologia, come miglior sella italiano del suo anno di nascita. Acquistato da una top scuderia italiana, è finito ai Pratoni del Vivaro, per una carriera sportiva nel progetto giovani cavalli FISE (acronimo di Federazione Italiana Sport Equestri). Purtroppo o per fortuna, perché interpretare con il senno di poi è difficile, la carriera è finita precocemente con un tarlo al piede fino in corona, come a testimoniare quel cattivo odore, quello sporco, di incuria, che mal si abbina con un cavallo che nelle intenzioni di chi lo aveva messo in commercio e acquistato, avrebbe dovuto essere allenato dai migliori in Italia.

Dalle stelle alle stalle

Viene allora ceduto in regalo a un allevamento di cavalli della stessa razza di Fankhi, ma non essendo possibile il recupero funzionale sportivo dell'animale con la volontà di investimento di costoro (probabilmente non avevano tempo, voglia, competenze o risorse per un progetto di questo tipo), da questi viene dato ad altri e via dicendo, tra l'altro senza ottemperare mai agli obblighi anagrafici di passaggio di proprietà, passando infine a un circolo ippico in E.R. che lo impiegava con giovani cavalieri tesserati per concorsi ippici di categorie modeste, almeno fino alla torsione della falange (senza sfondamento della suola) per negligenza di gestione, che pone Fankhi ad essere, almeno temporaneamente, un disabile, a rischio di continuare la vita (perché pochi sono disposti a mantenere nel bel mondo del salto ostacoli cavalli improduttivi), valore ben più importante della carriera.

Salvo grazie al passaparola

A questo punto, sparisce dalla circolazione, qualcuno dice che fosse andato in meridione a Benevento per una macellazione abusiva o non si sa che cosa, il tutto sempre senza tracciabilità di trasporto e passaggio in anagrafe equidi. Ma grazie al passaparola il cavallo è di nuovo sul mercato a prezzo di carne e per una modica cifra, simbolica, si può ottenerne il riscatto.

Il limite dell'etichetta per salvare i cavalli dalla macellazione

Fankhi è registrato come cavallo non macellabile, un'etichetta ambigua che non protegge i cavalli a sufficienza, poiché è nata principalmente per esonerare i proprietari di cavalli sportivi dal tenere un registro di assunzione dei farmaci e conseguentemente dall'avere gli stessi obblighi di legge degli allevatori regolamentari di animali da carne. Quell'etichetta non li obbliga ad un possesso responsabile e, in particolare, non può nulla in Italia a fine carriera degli animali a fronte di due problemi che sembrano insormontabili ad oggi:

a) i proprietari non sono disposti a mantenere i cavalli fino alla fine, neppure in pensionari per cavalli anziani a fronte di un emulamento mensile necessario per pagare le spese alla struttura di ricovero;

b) in Italia c'è un racket di zoomafia tra i più forti d'Europa che annovera nella rete anche macelli compiacenti.

Fankhi però è fortunato, è ancora vivo quando si comincia a chiedere in giro di lui e quindi è recuperabile, pagando il giusto prezzo.

Il riscatto

Viene avviata una raccolta fondi per riscattare Fankhi, pochi euro alla fine, che da soli non bastano a salvarlo, perché il cavallo ha bisogno di qualcuno disposto a intestarselo e ad assumersi responsabilità a 360 gradi sul destino del cavallo. L'associazione Horse Angels prende in mano la situazione, porta la cifra del riscatto al commerciante, si fa fare la ricevuta, contatta la persona a cui è intestato in anagrafe per facilitare il passaggio di proprietà, e si intesta il cavallo. Ma Horse Angels non è un rifugio di cavalli stanziali, bensì un'associazione che si occupa di tutela legale dei cavalli, il cui scopo con Fankhi è stabilizzarlo e trovargli casa in adozione gratuita, dandolo a terzi una volta trovate le persone giuste, tutte da cercare...

La sfida per la cura

Fankhi appare inizialmente in condizioni difficili. Il tarlo è sempre lì, solo mascherato da resine che tappano il piede, peggiorando la situazione e rendendo più difficile la cura. Il piede viene aperto, vengono fatte lastre che mostrano un tarlo lì da tempo che ha eroso lo zoccolo dall'interno e fatto scendere la punta, determinando una situazione di laminite da tarlo. Per fortuna la suola non è sfondata e non è una laminite metabolica. Parte subito la riabilitazione, anche se in pochi in quel momento pensano che sia possibile riportarlo a una condizione di cavallo montabile.

Nessun colpevole, solo la tristezza di un mondo dei cavalli irresponsabile

Il caso di Fankhi però rappresenta una miriade di cavalli, meno fortunati di lui, che finiscono nel dimenticatoio e di cui nessuno ha più notizia, nonostante quel NON DPA sul passaporto che, almeno in teoria, avrebbe dovuto preservarli dal più bieco destino di finire a carne. Non pare possibile perseguire, né in giustizia sportiva né in quella ordinaria, stando alle attuali leggi e regolamentazioni, precedenti proprietari o detentori. Il cavallo si trova nella situazione in cui si trova e basta... al massimo, insistendo, si potrebbero ottenere sanzioni per mancanza di tracciabilità, un reato amministrativo, non penale. Horse Angels decide di rinunciare a guardare al passato e di investire invece nel futuro.

La rivincita

Questo per Fankhi è l'accoglienza del cuore in Puglia. Dopo un giro preliminare di scrutinio a possibili interessati e con le competenze giuste per la riabilitazione, il cavallo è stato donato, con regolare tracciabilità e passaggio di proprietà, da Horse Angels a Anna Stefanelli e il suo compagno Fabio Pugliese, maniscalco, che ha voluto Fankhi anche come sfida professionale. La coppia ha accettato il cavallo nella cattiva sorte, che fosse o meno recuperabile per la sella. Anche loro hanno optato per una totale rottura con il passato: cavallo scalzo e al paddock, questa la scelta per la riabilitazione, insieme a cure pressoché quotidiane al piede. Dopo un anno e tre mesi, si è dimostrata la scelta giusta. Prendendosene buona cura, i due stanno ottenendo risultati meravigliosi, con la sconfitta del tarlo e la remissione della laminite ad esso associata.

Riscatto del Sud sul Nord e la lezione del maniscalco del cuore

La storia di Fankhi contiene anche una rivincita del meridione sul settentrione e dei bravi maniscalchi e proprietari su chi tratta cavalli come oggetti, che se si rompono si buttano senza nemmeno tentare seriamente la riparazione.  La storia di Fankhi dimostra che mettendoci il cuore, il tempo, la dedizione, senza forzare l'accanimento agonistico perché tenere il cavallo fermo dal lavoro pesa, senza avere aspettative tranne l'affetto reciproco, senza ricorso ad anti infiammatori, semmai al paddock, al piede scalzo per tutto il tempo necessario, etc.. si può recuperare un cavallo affetto dalla tipologia di problema che aveva Fankhi.fabiofankhi

Fabio, nella foto con Fankhi, è un maniscalco vecchio tipo, formatosi sul campo, uomo di cavalli da generazioni, con un cuore che vale per 10 diplomi di mascalcia e veglia sui piedi di Fankhi come veglierebbe sui propri, perché Fankhi ora è un figlio, stabilmente nello stato di famiglia di Anna e Fabio, senza bisogno di una legge di riconoscimento dei cavalli come animali d'affezione.

Siamo tutti con te Fankhi e dalla parte delle persone per bene, quelle che un cavallo se lo prendono nella buona e cattiva sorte, se è buona tanto meglio.