Anche il mondo delle corse sta cambiando. Troppo piano secondo gli animalisti, ma i cambiamenti eventuali sono costantemente monitorati dai ricercatori. Non c'è settore più studiato di quello delle corse dei psi, che vedono animalisti e ippici contendersi il testimone di tutela su tutte le piazze del mondo.

A questo proposito, uno degli ultimi studi pubblicati, è "Ama correre - o lo fa e basta?" in Etica e benessere nelle corse, di Iris Bergmann, Università di Sidney.

Data di pubblicazione: 2019 - Nome della pubblicazione: Cultura equina in transizione: le questioni etiche.

Lo studio specifico esplora il modo in cui i rappresentanti dell'industria delle corse dei purosangue concettualizzano il benessere dei purosangue, quali sono le loro basi etiche, come ciò contrasta con le concezioni del benessere espresse dai sostenitori della protezione equina e cosa significa questo per il benessere dei purosangue.

La ricerca fa parte di uno studio più ampio che indaga il futuro dei cavalli da corsa negli ippodromi e la sostenibilità dei concetti di benessere. Nove rappresentanti dell'industria degli Stati Uniti e dell'Australia e sette rappresentanti di associazioni di tutela equina degli Stati Uniti, dell'Australia e della Gran Bretagna sono stati intervistati per definire le conclusioni dello studio.

Gli informatori del settore caratterizzano il benessere principalmente in termini di salute e funzionamento di base. Le dimensioni assistenziali sull'integrità psico fisica e sul fine carriera sono pressoché ignorati. Emergono tre gruppi principali di problemi di benessere:

  • l'uso e il potenziale uso eccessivo di droghe e farmaci;
  • i feriti e morti in pista;
  • l'assistenza postuma ai purosangue che escono dalle corse.

L'industria si concentra solo sulle seguenti azioni secondo lo studio:

  1. affrontare solo le violazioni dei regolamenti, rafforzando semmai le sanzioni;
  2. migliorare la percezione del settore da parte del pubblico con la promozione delle corse; 
  3. concentrarsi su produttività, efficienza e ottimizzazione delle caratteristiche commodificabili del purosangue.

Secondo la ricercatrice, il risultato netto per la tutela degli equini delle azioni che l'ippica è disposta a intraprendere non è chiaro se possa essere un reale vantaggio, dal punto di vista dei cavalli.

Conclusioni dello studio

Sono stati compiuti progressi nel riconoscere le questioni relative al benessere e nell'attuare misure per affrontare il benessere all'interno del settore negli ultimi dieci anni circa.

Tuttavia, non è chiaro se i tre obiettivi che si pone attualmente l'industria comportano guadagni netti per il benessere dei purosangue. Potrebbero esserci alcuni vantaggi in alcuni aspetti della salute e del funzionamento di base, ma potrebbero esserci anche ulteriori compromessi sull' integrità dei purosangue, la cui identità è a rischio di essere violata per aumentarne la manipolazione allo scopo di ottenere un più efficiente controllo del corpo e della mente dei cavalli allevati per correre e per vincere, non per altro.

Gli animalisti, dal canto loro, pur desiderando tutelare l'integrità dei cavalli, sono per lo più estraneati dall'industria ippica e quindi faticano a imporre la loro agenda di correzioni desiderate, che va dal diminuire il numero di feriti e morti in pista, all'assistenza postuma per il ricollocamento a fine carriera, che sarebbero i vantaggi concretamente misurabili dalla parte del cavallo se queste criticità fossero affrontate.