Tradotto da: Noah's Syndrome: Systematic Review of Animal Hoarding Disorder di Marcos Díaz Videla e Zaida Nadal, pubblicato in Human-animal Interaction Bulletin nel 2020.

La Sindrome di Noè (acronimo AHD per Animal Hoarding Disorder) è una condizione psicopatologica descritta solo recentemente nella letteratura scientifica. È stato riconosciuto come una variante del disturbo da accumulo a causa delle sue caratteristiche speciali. Tuttavia, la sua complessità è stata sottovalutata sia dai media che dalle agenzie coinvolte nel suo trattamento. Tale difficoltà è fortemente rappresentata dal concetto di One-Welfare perché richiede la necessità di un approccio integrato del rapporto individuo-animale-ambiente ai fini di un adeguato disegno strategico per affrontarlo.

La ricerca condotta con la revisione delle indagini porta avanti una rappresentazione dell'AHD che non solo favorisce una comprensione più completa del problema, ma consente anche una migliore identificazione delle persone inclini a sviluppare AHD, che a sua volta consente interventi precoci.

Inoltre, tale descrizione sottolinea alcuni problemi di fondo nella AHD che richiedono un collegamento più stretto tra i servizi di salute mentale e le organizzazioni per il benessere degli animali.

Attualmente, questo ponte persona-animale è praticamente inesistente per i settori della sanità pubblica.

Pertanto, l'AHD richiede nuovi approcci integrati che guidino verso una gestione interdisciplinare e una mente più sistemica e complessa.

Riconoscere l'AHD come un disturbo separato promuoverà lo sviluppo di visioni più olistiche e approcci più completi alla salute umana, animale e ambientale.

Risultati: il 46% degli accaparratori aveva 60 anni o più e metà del totale viveva da solo. Il 37% aveva tra i 40 ei 59 anni e l'11,1% aveva meno di 40 anni. Nel 76% dei casi si trattava di donne. I gatti sono stati coinvolti nel 65% dei casi, i cani nel 60%. Inoltre, l'11% ha accumulato uccelli e un altro 11% di animali da fattoria.

La motivazione dell'accaparramento era l'amore per gli animali, gli animali come sostituti dei bambini, la sensazione che nessun altro si sarebbe preso cura di loro e la paura che sarebbero stati abbandonati o abusati se la persona non li avesse presi con sé. Nell'80% dei casi indagati sono stati trovati animali morti e animali in condizioni malsane nel presunto "rifugio" dell'accumulatore.

Nella metà dei casi gli accumulatori non hanno riconosciuto l'esistenza di un problema. Il motivo più frequente di segnalazione sono state le condizioni igienico-sanitarie. Nel 90% dei casi mancava il bagno, la cucina, l'elettricità o il riscaldamento. Almeno un quarto degli accumulatori è stato poi istituzionalizzato o sottoposto ad una residenza vigilata.

La prevalenza annuale stimata negli Stati Uniti era compresa tra 700 e 2000 casi.

Link per approfondire: 10.5565/rev/da.515

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