L’invito a giocare di un cane è inconfondibile: se flette le sue zampe anteriori e scodinzola, è un chiaro modo per dire a un altro cane, divertiamoci! I due animali a quel punto iniziano a rincorrersi, a saltare e a bloccarsi a vicenda, imitando uno i movimenti dell’altro, spesso con espressioni che noi esseri umani interpretiamo come sorrisi.
Ora gli studiosi, per la prima volta, riferiscono che cani e cavalli giocano insieme in maniera molto simile, con bocche aperte e movimenti in sincrono. E forse, ancora più straordinariamente, le due specie sono anche in grado di riprodurre velocemente l’espressione facciale l’una dell’altra, un comportamento chiamato mimica facciale rapida.
link studio
Amici improbabili
L'etologa Elisabetta Palagi, docente presso l’Università di Pisa in Italia, ricevette nel 2018 un link youtube da uno studente che mostrava un cane e un cavallo che giocavano insieme. “Sono in sincronia”, afferma la Palagi. Incuriosita da questa particolare amicizia tra cavalli e cani, la ricercatrice ha deciso di effettuare un insolito studio scientifico sul gioco tra le due specie.
Ci sono molti esempi aneddotici di gioco tra specie diverse: cani e gatti che vivono nella stessa casa spesso giocano insieme. Anche gli animali selvatici sono stati visti divertirsi insieme, ad esempio un giovane babbuino e una giovane zebra; uno gnu adulto e un giovane rinoceronte, e anche una femmina di lupo e un orso bruno adulti.
Palagi ha dunque chiesto ai suoi studenti di cercare su youtube video simili di cani e cavalli che giocassero secondo determinati criteri: animali che non avessero alcuna interferenza umana, che fossero liberi di muoversi, e che fossero impegnati in una sessione di gioco di almeno 30 secondi. Tra dicembre 2018 e febbraio 2019, la Palagi e i suoi studenti hanno analizzato centinaia di video, e infine ne hanno selezionati 20 per il loro studio.
La dottoressa Palagi era particolarmente interessata a trovare e analizzare esempi di mimica facciale rapida tra le due specie. Il fenomeno si basa sul livello di tolleranza e familiarità tra compagni di gioco. Quando il team della Palagi ha iniziato lo studio, non si sapeva se la mimica facciale potesse manifestarsi tra compagni di specie diverse.
Gli studiosi hanno analizzato le sessioni di gioco considerando la variabilità del comportamento manifestata da ogni animale, le strategie di auto-handicap utilizzate e i segnali della mimica facciale.
Tattiche condivise
Ogni sessione iniziava quando uno dei due – il cavallo o il cane – cominciava a giocare, e il compagno rispondeva a tono. Le sessioni si concludevano quando gli “amici” smettevano di giocare o quando uno dei due se ne andava, interrompendo l’attività. Le sessioni di gioco duravano in media 79 secondi.
Alcuni dei comportamenti dei cani e dei cavalli erano uguali; per esempio cercavano di mordersi a vicenda, ma solo per finta. Saltavano, si spingevano, si colpivano o si rincorrevano; giocavano con un oggetto; o si ponevano in condizione di svantaggio rotolandosi per terra di schiena o scuotendo la testa.
I ricercatori si sono concentrati su un comportamento chiamato “relaxed open-mouth display,” un importante segnale mimico, e hanno scoperto che 12 cani e 10 cavalli facevano questo “sorriso”.
Dai 20 video, gli scienziati hanno poi selezionato frammenti di 10 secondi a caso per ciascuno, e li hanno analizzati in cerca di specifici comportamenti di gioco, come ad esempio l’attacco e la difesa. Il team ha successivamente registrato la varietà di comportamenti di gioco utilizzando un indice standardizzato.
La sorprendente scoperta è stata che le due specie non differivano in maniera marcata nelle loro modalità di gioco. “Questo fa pensare che ci siano alcune tattiche condivise” che rendono “possibile il gioco sociale tra specie diverse”, dice Palagi, co-autrice dello studio pubblicato nell’edizione di maggio di Behavioural Processes.
Colmare il divario tra le specie
Anche se lo studio non documenta come la relazione di gioco cane-cavallo sia iniziata, mostra che il linguaggio comune del gioco è ciò che mantiene saldo il legame, ha detto via e-mail Barbara Smuts, ecologa comportamentale presso l’Università del Michigan. “È uno studio importante perché mostra come i due animali che appaiono e hanno comportamenti così diversi possono comunque gestire la decisione su come giocare sfruttando la migliore dinamica per entrambi”, spiega Smuts.
“E tutto questo è ancora più incredibile se pensiamo alla grande differenza di stazza tra cavalli e cani. Il cane rischia di essere ferito dal cavallo, e il cavallo ha una tendenza profondamente radicata a temere gli animali che assomigliano ai lupi”. Anche se cani e cavalli hanno percorsi evolutivi diversi, Palagi nota che si tratta di entrambe specie addomesticate che riconoscono le espressioni facciali dei loro simili e degli umani – fattori che forse li rendono più sintonizzati alle emozioni altrui rispetto agli animali selvatici.
E, comunque, il loro linguaggio condiviso di gioco resta un mistero. Forse, dice la studiosa, anche specie molto diverse possono mettere da parte i loro istinti e scegliere di concedersi qualche momento di svago.
fonte: National Geographic
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