L'esame delle feci nel cavallo serve non solo a riscontrare parassitosi, ma anche per la diagnostica delle più comuni patologie enteriche infiammatorie ed infettive.
Negli ultimi anni, similmente a quanto succede sia in umana, sia in zootecnia, per l'uso eccessivo di antibiotici, si sta riscontrando anche per la lotta ai vermi intestinali dei cavalli l'insorgenza di fenomeni di resistenza per assuefazione.
Le molecole disponibili per la lotta parassitaria intestinale dei cavalli sono poche, (Pyrantel – Praziquantel – Febantel – Ivermectina - Moxidectina). Una volta che se ne è abusato, e i parassiti hanno sviluppato resistenza, tendono a permanere per molto tempo e non vi sono al momento nuove molecole in procinto di essere messe in commercio.
Oltre alla normali strategie di controllo ambientale e del corretto utilizzo dei farmaci disponibili (evitando trattamenti preventivi, non necessari, trattamenti a dosaggi sbagliati, autoprescrizioni senza alcuna indicazione medica che sia presente una parassitosi), promuovendo la rotazione dei pascoli, l’eliminazione delle feci e l’utilizzo di tutte le strategie che sempre devono accompagnare un efficace controllo parassitario, negli ultimi anni è stato sviluppato un protocollo di somministrazione farmacologica ragionata, attuabile con l’ausilio dell’esame parassitologico.
Ovvero, un semplice esame delle feci, a basso costo, permette di decidere quale principio utilizzare, solo se ce ne è effettivo bisogno, e mirato alla tipologia di vermi presenti.
Solitamente il trattamento antiparassitario si fa nelle mezze stagioni, perché le temperature estreme fanno diminuire la conta delle uova. Nelle mezze stagioni dunque, l'esame dei parassiti con la metodica messa a punto dagli Istituti Zooprofilattici permette di valutare quali e quante uova sono nelle feci, dando una misura attendibile del grado di infestazione parassitaria eventualmente presente nell'equino.
Esiste addirittura una "soglia di tolleranza" (200 uova per gr di feci) per decidere se trattare o meno con il farmaco un adulto sano che non presenta effetti collaterali. Particolari condizioni, come il puledro, la fattrice prossima alla gravidanza, l'anziano debilitato, presentano una variazione di quella soglia base per decidere se, come, quando e con cosa trattare.
Questo permette di selezionare i soggetti che sono diffusori ambientali – quindi con scarso controllo dell’infestazione, dimostrato da una conta parassitologica nelle feci elevata e di trattarli con maggior frequenza, controllando nel contempo l’effettiva efficacia del principio attivo utilizzato, decidendo di cambiarlo ogni qualvolta è necessario.
Risultato: ridurre la rotazione dei differenti principi, cambiandoli solo nel momento di vera necessità per non avere la loro efficacia compromessa da un uso/abuso, e non trattare inutilmente quei soggetti che presentano una scarsa infestazione o un ottimo controllo parassitario (entrambe le condizioni sono espresse da una limitata escrezione di uova nelle feci).
Parassiti e condizioni particolari
- Nematodi e fattrice gravida: si consiglia un controllo in prossimità del parto – circa un mese prima - in quanto una carica parassitaria anche medio-bassa, in condizioni di stress da parto o puerperio, con fattrice e puledro insieme in spazi limitati, potrebbero favorire l'infestazione precoce per il piccolo, che è pericolosa perché ancora il puledrino non ha sviluppato i suoi equilibri.
- Puledro: i soggetti di meno di un anno di età sono suscettibili agli ascaridi che possono provocare ostruzioni fatali anche nelle forme giovanili. La quantità di uova nelle feci quindi non costituisce parametro attendibile, per questo motivo si consiglia un primo trattamento intorno ai 2-3 mesi di vita, poi ogni 2-3 mesi fino all’anno di età. Allo svezzamento è utile un controllo delle feci e poi occorre fare attenzione all'infestazione da cestodi.
- Yearlings: Vanno tenuti sotto controllo e trattati al bisogno.
- Adulti (dai 2 anni in poi): controllo feci in primavera. Adulti sani (che non manifestano problemi) non è necessario siano trattati se non superano la soglia di tolleranza. Se la superano, e possono diventare fonte di contaminazione anche per altri cavalli, vanno trattati.
- Strategie di controllo per i trematodi (tenie e similari): l'esame delle feci potrebbe non essere risolutivo, perché l'espulsione di uova e vermi piatti è intermittente, quindi un singolo esame, fatto il giorno sbagliato, potrebbe dare un risultato falsato. Se c'è il sospetto di questo tipo di parassitosi esistono esami appositi sierologici. Questo tipo di vermi può dare dimagramento, anemia, coliche ricorrenti, quindi va trattato con il farmaco adatto che normalmente colpisce solo i vermi adulti e non le forme larvali.
Altri motivi per esaminare le feci alla ricerca di patologie: il malassorbimento - Nell'intestino può accumularsi sabbia che dà coliche ricorrenti per via della costipazione associata.
- Problemi dentali che non danno corretta masticazione lasciando indigesto nelle feci.
- Diarrea da lieviti, miceti, batteri come la salmonella, i clostridi, la giardia, il rodococco, il rotavirus, altri.
Tutte queste problematiche sono rilevabili con appositi test fecali. Anche il proprietario dell'animale può raccogliere le feci in un contenitore sterile e portarlo all'Istituto Zooprofilattico della provincia, per chiedere i vari test, i cui risultati poi discutere con il veterinario di fiducia per l'eventuale trattamento. Gli esiti sono disponibili solitamente in pochi giorni, il che permette di trattare prontamente gli animali in difficoltà.