Un cavallo che sta bene si vede.

Solitamente ha:

  • il mantello lucido,
  • la criniera e la coda folte e morbide,
  • una groppa arrotondata,
  • le costole non sono a vista,
  • il collo è pieno,
  •        l'occhio è vispo.

Inoltre, trasmette l'idea di un animale sereno, mangia volentieri, finisce sempre la sua razione, tende ad essere giocoso, estroverso, curioso di qualsiasi cosa e volenteroso a fare: anche questi sono segnali che sta bene. Infine, le unghie dei piedi sono forti, meno suscettibili a rompersi o a scheggiarsi rispetto a quelle di un cavallo meno in salute.

Se e quando il cavallo non si presenta così, il proprietario può chiamare il veterinario per una verifica sulla salute mancante, per capire se c'è una patologia di fondo, insufficiente apporto di cibo, alimenti non abbastanza qualitativi, necessità di cambio di gestione. Se il proprietario non si attiva, potrebbero farlo altri, e sarebbe più imbarazzante essere il bersaglio di segnalazioni di negligenza o ipotetico maltrattamento.

Va da sé che c'è chi ha il cavallo e non può permettersi di servigli pasti di qualità e in abbondanza, cure veterinarie e di mascalcia assidue, movimentazione e svago quotidiani e che nondimeno ciò non è sufficiente a una certificazione di maltrattamento. 

Come tra gli esseri umani, c'è chi vive in maggior benessere e chi fatica a campare. Come non tolgono i figli a chi fatica ad arrivare a fine mese, non sempre tolgono i cavalli solo perché c'è una situazione di difficoltà e negligenza. Perché ci sia un sequestro degli animali, l'incuria, negligenza, maltrattamento, occorre provare che si perpetuano da tempo e che hanno come effetto diretto la morte di uno o più esemplari.

Quindi, molto nella gestione in benessere al top del cavallo dipende esclusivamente dalle scelte dei proprietari, non vincolate da alcuna legge o regolamento: si tratta di scelte di razionalità, buon senso, capacità di tasca, istruzione, sensibilità.

Sarebbe lecito interrogarsi, se non si arriva a fine mese, che senso ha volere il cavallo, tenendo conto che la gestione in benessere dello stesso costa tempo, fatica e non poche risorse economiche, quando non si possiede sufficiente pascolo da poter sfamare tutto l'anno il cavallo/i con erba in quantità e qualità sufficienti per garantire una buona forma fisica.

Le risorse economiche non sono tutto, ovviamente, ma sono un criterio di auto selezione/esclusione che può evitare i casi di cattiva gestione/maltrattamento per insufficienza di risorse disponibili. Le altre scelte di benessere non dipendono invece dai soldi, ma dalla sensibilità personale, dagli studi, dagli obiettivi che ci si pone.