La pratica veterinaria sperimenta sempre soluzioni alternative. Non tutti credono nell'omeopatia, ma per chi ci crede, è insostituibile, specialmente per le patologie di lungo decorso e cronicizzanti.
L'omeopatia è una pratica di medicina alternativa basata sui principi formulati dal medico tedesco Samuel Hahnemann nella prima metà del XIX secolo.
Alla base vi è l'indimostrato "principio di similitudine del farmaco" (similia similibus curantur, letteralmente: «i simili si curano coi simili») enunciato dallo stesso Hahnemann. Si tratta di un concetto privo di fondamento scientifico, secondo il quale il rimedio appropriato per una determinata malattia sarebbe dato da quella sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata. Tale sostanza, detta anche "principio omeopatico", una volta individuata viene somministrata al malato in una quantità fortemente diluita e "dinamizzata"; la misura della diluizione è definita dagli omeopati "potenza".
MA L'OMEOPATIA FUNZIONA?
La maggior parte dei veterinari, come i medici convenzionali, è scettica nei riguardi dell'omeopatia, in quanto nessuno sa come funzioni o se funzioni effettivamente. La miglior prova dell'utilità dell'omeopatia si ha proprio con gli animali. Se loro rispondono alla cura non è di certo per il condizionamento mentale o l'efetto placebo, come potrebbe essere per gli umani.
Il fatto che l'omeopatia riesca a curare gli animali, sembrerebbe indicare che si tratta di una terapia effettivamente benefica: del resto è piuttosto improbabile che un animale guarisca solo perché ha fiducia nella cura alla quale è stato sottoposto. La maggior parte dei veterinari che fanno uso di pratiche omeopatiche, comunque, non si preoccupa di questa mancanza di prove scientiflche: per quanto li concerne, le cure per lo più hanno effetto, e questo basta.
Per cosa funziona
Un team di ricercatori veterinari nel Regno Unito ha recentemente esaminato l'uso e i risultati dell'omeopatia per i disturbi equini tra cui l'artrite, la laminite e altro ancora. Il team di ricerca ha analizzato i dati raccolti durante 777 appuntamenti omeopatici consecutivi di 12 veterinari ippiatri specializzati in omeopatia in un periodo di 12 mesi. I cavalli coinvolti nello studio sono stati 289. I veterinari omeopatici hanno trattato più di 100 condizioni diverse, le otto più comuni delle quali erano:
- Artrite;
- Scuotimento della testa;
- Laminite;
- Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO);
- Prurito;
- Dermatite;
- Sarcoidosi;
- Sindrome di Cushing.
Al momento della valutazione finale, i proprietari hanno espresso il loro giudizio sul trattamento terapeutico su una scala da -3 (grave deterioramento) a +3 (notevole miglioramento) rispetto al primo appuntamento.
Per i 234 casi, è stato riportato un punteggio finale di +2 o +3 (miglioramento moderato o maggiore) nell'86,7% dei casi. Al giudizio finale, solo il 4,3% dei cavalli con patologie croniche riceveva ancora farmaci convenzionali e il 17,1% riceveva un'altra medicina complementare / alternativa in aggiunta ai trattamenti omeopatici.
Gli autori dello studio hanno aggiunto che ci sono alcune limitazioni alla validità statistica della ricerca a causa del piccolo numero complessivo di cavalli trattati e di veterinari coinvolti.
Lo studio di Mathie RT, Baitson ES, Hansen L, Elliott MF e Hoare J., titolato "La prescrizione omeopatica di patologie croniche nella pratica veterinaria equina nel Regno Unito", è stato pubblicato nell'edizione del 20 febbraio 2010 del Veterinary Record. L'abstract è disponibile su PubMed, una rivista scientifica, non di gossip.
Conclusioni
In caso di patologie croniche, provare per credere. Mal che vada, visti anche i costi modici dei farmaci omeopatici, si sarà somministrata acqua fresca al cavallo.